







Dettagli
- Dislivello (m)
- 806
- Quota partenza (m)
- 2532
- Quota vetta/quota (m)
- 3338
- Esposizione
- Varie
- Grado
- F
Località di partenza Punti d'appoggio
Si svolge su sentiero, pietraia e terreno roccioso per terminare con una facile cresta e un salto di roccia facilitato da una corda fissa. La vetta è molto panoramica sul Gran Paradiso e sulle montagne della Val di Rhemes oltre che sulle cime canavesane, savoiarde e valdostane.
Il tempo impiegato per salire: circa 3 ore.
Svalicato il Colle del Nivolet sul versante valdostano, si percorrono i due tornanti in discesa, e prima del rettilineo in piano sulla sinistra si notano le paline indicatrici dove ha inizio il sentiero (si può parcheggiare qui a bordo strada oppure nei piazzali a fianco del laghetto o del Rifugio Savoia).
Il sentiero prende quota tra i prati, e dopo pochi minuti si evita una diramazione verso destra in direzione di un alpeggio (che prosegue per il Taou Blanc e Col Leynir), continuando invece a sinistra che poco dopo attraversa il rio Rosset. Ancora un tratto pianeggiante e si è in vista del lago Leytà.
Qui una freccia indica la deviazione a sinistra per il Colle di Nivoletta e per la Punta Basei. Si prende questo sentiero che più avanti svolta nettamente a sinistra superando un tratto ripido tra erba e terriccio dove è stretto e per pochi metri leggermente esposto.
Sopra questo tratto il sentiero sbuca su un pianoro e successivamente attraversa una pietraia compiendo un semicerchio verso sud-ovest senza guadagnare quota e portandosi all’inizio di una zona rocciosa.
Qui numerosi ometti guidano tra rocce affioranti ed eventuali nevai residui fino al Col Basei 3175 m dove c’è un grande ometto. A nord si scavalca un piccolissimo rilievo e si va al Col di Nivoletta, a sud si prosegue verso la Punta Basei avendo a sinistra il ridotto ghiacciaio Basei. Dopo un primo tratto stretto, il sentiero percorre l’ampia dorsale della cima e in assenza di neve non presenta problemi fin sotto le rocce sommitali.
Qui la traccia compie qualche svolta sul versante ovest, scavalca la cresta portandosi sotto l’ultimo salto roccioso, alto circa 15 m, che dunque si affronta dal versante est.
Le rocce hanno molti appoggi ma soprattutto sono facilitate da una corda fissa (utile con neve o ghiaccio). Superata la paretina con passaggi di II, si giunge sulla cresta finale a poca distanza dalla vetta, la si percorre con un minimo di attenzione per la presenza di detriti, ma senza difficoltà si giunge in cima.
31/08/2020
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