





Dettagli
- Dislivello (m)
- 1514
- Quota partenza (m)
- 1450
- Quota vetta/quota (m)
- 2964
- Esposizione
- Nord-Ovest
- Grado
- AD-
Località di partenza Punti d'appoggio
Salire lungo la strada che porta al piano della Mussa, superato l’abitato di Mondrone si deve proseguire sul nuovo tratto di strada che ora passa alla sx della Stura e appena possibile svoltare a dx, arrivati alla piccola frazione che credo sia Chialambertetto (comunque e quella appena dopo Mondrone) tornare indietro sulla strada vecchia (quella che si faceva prima dell’alluvione).
Poco prima di arrivare al termine si svolta a sx (ci sono anche dei cartelli di segnalazione ma sono girati ancora secondo il senso di marcia della strada vecchia).
Si risale la strada fino all’ultimo tornante dove si può parcheggiare. Poco oltre si trova la bacheca di legno che indica il sentiero per il biv. Molino e l’Uja di Mondrone.
Lo si segue e in circa 2h30 si arriva al bivacco, da li si segue il sentiero evidente che porta al passo dell’Ometto (1 ora circa).
Dal Passo dell’Ometto si aggira sulla destra l’ardito spuntone che incombe sul colle e, subito dopo (un masso con bollo rosso indica il punto migliore), si risale in cresta e la si segue arrampicando fin quando diventa orizzontale.
Dopo un tratto “camminabile”, la cresta riprende a salire: la si segue senza problemi di itinerario: ci sono alcuni bolli sbiaditi e numerosi ometti ma soprattutto non ci sono difficoltà ad individuare il percorso più facile (le difficoltà sono tra il II e il III grado). A circa metà salita ci si trova su una sorta di terrazza/cengia dominata da placche ripide e compatte sopra le quali incombe un alto torrione.
A questo punto bisogna traversare a sinistra per circa 35 metri, all’inizio camminando e poi con facile arrampicata, fino ad un ometto posto su una crestina (un ometto si trova anche all’inizio della traversata).
Dall’ometto si scende qualche metro, si traversa il fondo di uno stretto canale su cui incombe un grosso masso incastrato e, superata sul lato opposto una bella placca abbastanza ripida ma ben appigliata, si raggiunge il filo della cresta che sale a sinistra (direzione di marcia) del canale che si è traversato. Ora si segue questa cresta su roccia salda e più ripida del primo tratto della via.
L’arrampicata è molto bella, le difficoltà si tengono pressoché costantemente sul III, il percorso non pone particolari problemi perché si tratta di seguire abbastanza fedelmente il filo (gli eventuali spostamenti a destra o a sinistra sono evidenti).
Alla fine la cresta diventa elementare e conduce direttamente in cima (3h/3h30 ore dall’attacco).
Discesa dalla via normale del versante SE.
- Cartografia:
- IGC Moncenisio e Valli di Lanzo
- Bibliografia:
- G. Berutto, L. Fornelli, Alpi Graie Meridionali, CAI-TCI
13/09/2020
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