1.2Km
Utile materiale da ghiacciaio, una mezza corda da 30 mt, qualche fettuccia, due-tre friend medi, ramponi classici, una o due piccozze e un paio di viti da ghiaccio a seconda delle condizioni. Calcolare 5-6 ore a seconda delle condizioni.
Superato un alpeggio, lasciare a sinistra l'indicazione per il rifugio Crespi Calderini e piegare a destra (sentiero 206 con segnavia di colore bianco-rosso) seguendo una traccia che dopo aver superato delle radure, conduce ad un primo torrente (attraversabile grazie ad un asse di legno). Poco oltre bisogna guadare un secondo e più impetuoso torrente (utili i bastoncini).
Continuare per prati (traccia e segnavia rosso-bianco) oltre i quali il inizia ad alzarsi più decisa. A circa 2200 mt di quota il sentiero si fa più definito (si innesta la traccia proveniente dal Rifugio Barba Ferrero) ed inizia ad inerpicarsi più ripido sulla culmine della morena del ghiacciaio delle Piode.
A circa 2600 mt di quota il sentiero incontra una zona meno ripida per poi riprendere a salire, sempre lungo il filo della morena. Piegare a sinistra seguendo i segnavia più alti fino ad attraversare un impluvio di rocce/neve e continuando poi l’ampia cengia posta a sbalzo sul ghiacciaio.
Sui 3000 mt ha inizio un tratto attrezzato che per balze e roccette conduce alla capanna Gugliermina (3212 mt). La capanna è ben tenuta e confortevole, dotata di locale cucina (bombola a gas e stufa a legna), dormitorio, bagno e luce elettrica.
Dalla capanna Gugliermina (3212 mt) si sale il soprastante dosso su sfasciumi fino alla base di uno sperone roccioso fin qui segnalato con una lettera “P” a vernice e qualche raro ometto. Innalzarsi sullo sperone salendo per un vago diedro-canale (passo di III) oppure aggirarlo sulla sinistra con minori difficoltà per una serie di placchette abbattute.
Proseguire su ampia cresta di sfasciumi (ometti e qualche vecchio e poco visibile picchetto di legno) con percorso non obbligato fino raggiungere l’estremità orientale del ghiacciaio delle Piode a circa 3650 mt.
Risalire il ghiacciaio stando sulla destra (qualche crepaccio), superare la crepaccia terminale e innalzarsi sul pendio di rocce rotte e sfasciumi. Scegliendo il percorso migliore portarsi sulla sommità del marcato crestone, ben visibile dal basso sotto la verticale di un gendarme. Seguire ora sul filo una crestina con diversi passaggi esposti fino al suo termine, aggirando verso sinistra l’ultimo tratto che dà accesso ad un pendio che su terreno misto porta al pendio nevoso finale.
Continuare su pendio a 45 gradi prima per il filo della cresta (via degli inglesi), poi verso sinistra per pendio più ripido fino alla cresta sommitale (spesso quest’ultimo tratto ha un cornice da bucare). Ancora qualche decina di metri su cresta, si arriva in vetta (attenzione alle cornici).
N.B.: la calotta finale e il ghiacciaio delle Piode non sono banali.
DISCESA
Per la via normale alla Punta Parrot, dopodichè verso i rifugi Gnifetti e Mantova.
- Bibliografia:
- CAI Monti d'Italia Monte Rosa di Gino Buscaini
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