Parrot (Punta) Via degli Italiani

Parrot (Punta) Via degli Italiani
La gita
ste810
5 17/07/2016

Un magnifico viaggio nel cuore selvaggio della parete sud del Rosa! Il viaggio inizia con la salita al bivacco Gugliermina: l’intenzione è seguire il sentiero 6 ma ci distraiamo e manchiamo il bivio, finendo al rifugio Crespi-Calderini. Raggiungiamo quindi il costone sopra il rifugio e lo risaliamo fino ad una baita da cui inizia una traccia di sentiero che taglia verso destra perdendo leggermente quota. Dopo il primo torrentello la traccia si perde: proseguiamo tra fastidiosissimi ontani, rododendri, buchi nascosti dalla fitta vegetazione di arbusti e qualche guado. Sabato i guadi non sono particolarmente problematici: solo uno richiede una certa attenzione per non bagnarsi i piedi. Al termine della vegetazione, il traverso sulle rocce montonate sotto il ghiacciaio delle Piode è particolarmente bucolico: torrenti e cascate che scendono direttamente dal tormentato ghiacciaio in un ambiente di rara bellezza. Da qui si raggiunge facilmente l’evidente morena dove si ritrova il sentiero; ai piedi della bastionata rocciosa finale sono ancora presenti estesi nevai, facili da attraversare: è solo necessario prestare attenzione a dove riprende il tracciato per il bivacco, dato che i bolli sono nascosti dalla neve. Da notare che il bivacco è posto in mezzo alla parete sud del Rosa, per cui alle 17 circa il sole è già tramontato dietro al colle Vincent e inizia a fare freddo.
Il panorama dal bivacco è superlativo: a mano a mano che le ombre della montagna si allungano sulla pianura, si accendono le luci delle città e sabato la nitidezza dell’aria è tale che si vedono luci a perdita d’occhio. Più tardi la luna quasi piena rischiara a giorno il sinistro e tormentato ghiacciaio che scende dal colle Vincent e le pareti circostanti.
Domenica alle 4:30 partiamo dal bivacco e iniziamo a risalire il costone roccioso; per portarci sulla cresta risaliamo con i ramponi un ripido canale di neve dura evitando il primo passo di III (che forse proprio terzo non è…). Da qui tenendo il più possibile la sinistra (roccia più stabile) ci portiamo sul ghiacciaio delle Piode, che risaliamo fin oltre le prime placche del costone successivo grazie ad un canalino di neve e ghiaccio. Risaliamo quindi il costone cercando il percorso più facile ma anche le rocce più stabili, che si trovano in prossimità del filo di cresta. Bellissimo il tratto di cresta affilata che precede le ultime difficoltà su roccia e i pendii finali. Gli ultimi 250-300 m di parete sono in neve dura, con alcuni tratti un po’ ghiacciati e pendenze sostenute: le due piccozze sono molto utili.
Noi siamo saliti slegati, a parte una placca di una decina di metri incrostata di neve ghiacciata, ed abbiamo impiegato tra le 5 e le 5 ore e mezza procedendo senza forzare l’andatura e con qualche sosta.
L’uscita della via è sulla cresta della normale alla Parrot: d’improvviso ci si trova proiettati nel turbinio della folla del Rosa. Il panorama è eccezionale, le condizioni del ghiacciaio anche: dato che è presto risaliamo anche la Ludwigshohe e il Corno Nero e passiamo a fare un saluto al Cristo delle Vette. Dopo una sosta al Gnifetti scendiamo a valle in funivia (22 euro): è un po’ sleale ma lo zaino da 15 kg pieno di materiale inutilizzato ci fa desistere dalla lunga discesa a piedi.

Salita non difficile (anche grazie alle splendide condizioni trovate), ma lunga, in un ambiente stupendo! La roccia è sempre da verificare ma se si resta in prossimità dei crestoni non ci sono sfasciumi e si sale senza particolari problemi. Viaggio condiviso con Daniele, Maurizio e Davide.

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