
Dettagli
- Dislivello (m)
- 1281
- Quota partenza (m)
- 880
- Quota vetta/quota (m)
- 2161
- Esposizione
- Sud-Ovest
- Grado
- EE
Località di partenza Punti d'appoggio
La salita del Canalone dei Camosci è un itinerario invernale classico, breve e facile, d’estate è un po’ faticoso perché si risalgono detriti e sfasciumi ma in un ambiente dolomitico suggestivo, aspro e severo.
D’inverno piccozza e ramponi.
Da Moggio si segue il sentiero 24 del rifugio Cazzaniga.
Si passa un alpeggio da dove si scorge la bocchetta di Pesciola, si entra in un bosco per uscirne subito e risalire dei prati che portano ad una baita in muratura.
Si entra in un bosco di faggi e betulle e, dopo poco, si arriva ad un bivio segnalato da un ometto (45 minuti).
Si lasciano a destra i segnavia per il Cazzaniga e si segue un bel sentiero che risale il bosco, oramai solo di faggi, con qualche albero centenario, con rare segnalazione su alberi e qualche ometto.
Lasciata a sinistra un costruzione seminascosta il sentiero svolta a destra lungamente per poi ritornare a sinistra e arrivare alla baita Pesciola bassa, ristrutturata dai cacciatori locali, con una fontana (ore 1,30).
Poco più avanti il sentiero ne incontra un altro che proviene da Moggio, più breve, ma più difficile da individuare, specie in salita.
Si prosegue per esso salendo decisamente i pendii che portano, lasciata a destra la baita Pesciola alta, alla bocchetta di Pesciola e in breve al rifugio Lecco (ore 2,30).
Dal rifugio si segue una pista di sci che entra nel vallone dei camosci in un ambiente dolomitico.
A destra la cresta Ongania, sulle pareti facile vedere arrampicatori impegnati.
Si lascia la pista per seguire un sentiero con qualche segno rosso che scende nel fondo del vallone per risalire dall’altra parte.
Lasciato a destra il canalone di Pesciola, si entra nel canalone dei camosci che si risale faticosamente per detriti, usando ogni tanto le mani.
Ad un piccolo salto (che in inverno non si nota) si può continuare direttamente fino allo sbocco, oppure superare a sinistra (tracce) un pendio detritico-erboso, ripido ed esposto (da evitare in caso di maltempo) che porta a più dolci pendii erbosi e sul sentiero di cresta a metà strada tra lo sbocco del canalone e il dente di campelli.
Si segue il sentiero a sinistra, si raggiunge un intaglio in cui ci si cala con l’aiuto di alcune catene (sbocco del canalone SEM).
Si sale l’opposto versante (catena), si raggiunge lo sbocco della ferrata Minonzio e in breve si è in vetta, accolti dalle nevi del Disgrazia e del Bernina (ore 3,30).
Si può scendere per la stessa via, o scendere verso Artavaggio da dove si torna a Moggio.
D’inverno c’è un solo tratto delicato, quando per superare un roccione della cresta si passa sul versante bergamasco.
Ma si può trovare un crepaccetto tra la neve e il roccione che permette di proseguire senza problemi.
- Bibliografia:
- guida da rifugio a rifugio prealpi lombarde
09/09/2019
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