3.8Km
Consigliabile affrontare il percorso con il kit da ferrata, anche se in diversi tratti il cavo è utile soltanto come corrimano.
In caso di neve/ghiaccio necessari i ramponi per compiere la traversata (in alcune zone i cavi potrebbero essere nascosti).
Consigliabile effettuare il percorso nel senso della descrizione.
Info Bivacco Beltrando: il bivacco posto sulla cima è sempre aperto e ben attrezzato: 8 posti letto, stufa a legna e riserve d'acqua (da verificare) poste nel locale magazzino adiacente.
Essendo molto frequentato, e per evitare dei sovraffollamenti per chi intendesse pernottare sono stati creati dei canali per gestire l'afflusso a cura dell'associazione che se ne occupa.
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Superato Berchiotto, proseguire ancora per un paio di km fino al bivio per Beirasso. Proprio in corrispondenza del bivio, possibilità di parcheggio neloo spiazzo accanto al ponte in cemento. Si può ancora proseguire sulla sterrata/cementata per circa 1.5 km fino all'Alpe Losa, alcuni posteggi a bordo strada.
Da dove si lascia l’auto, salire a destra lungo la strada in parte cementata, in parte sterrata che porta all’Alpe Losa dove si incontra una fontana (si può anche partire da qui posteggiando in alcuni spiazzi poco prima della sbarra). Proseguire oltre la bella baita seguendo il sentiero n 8, ben segnato, che si addentra dolcemente nel bosco; ignorare il successivo bivio con il sentiero per i Laghi di Chiono (sarà una opzione per il ritorno). Usciti dal bosco si arriva alla radura con l’Alpe Piani 1500 m (ruscello, possibilità di rifornimento acqua).
Attraversato il ruscello si continua fino a raggiungere il costone erboso di Punta Rama, si devia a sinistra iniziando a salire in diagonale per intercettare la dorsale sud. A circa 1600 m si incontra l’ultima fonte d’acqua (è presente un tubo bianco che spunta dal terreno, possibile che in estate sia asciutta).
A 1800 m circa si giunge al poggio erboso con i ruderi dell’Alpe Liri, dove a destra si stacca il sentiero a mezza costa per i Laghi di Chiono. Si riprende a salire a monte delle baite, sul pendio erboso via via più ripido, finchè la dorsale diventa una sorta di cresta di roccette ed erba e si incontra il cartello indicante l’inizio del tratto attrezzato a circa 2100 m. Si supera immediatamente una breve placca con cavo e alcuni gradini metallici, prima di riprendere sul sentiero ora molto ripido tra zolle erbose. il percorso continua alternando sentiero a zone attrezzate finchè si sposta sul versante ovest per aggirare una zona di cresta più articolata. Attenzione, in questa zona che non si vede mai dal basso, è possibile incontrare neve anche ad inizio estate/tarda primavera.
Si effettua prima un traverso su un terrazzino erboso, poi si riprende a salire per un pendio abbastanza ripido tra pietre e arbusti, prima di tornare sul crinale sud con il bivacco ormai ben visibile sopra le nostre teste.
Senza particolari difficoltà, a parte la pendenza del percorso, si arriva in cima a Punta Rama 2437 m con il Bivacco Marco Beltrando.
La traversata prosegue ora verso est, seguendo il cavo d’acciaio che sarà continuo per un lungo tratto, in marcata discesa verso la sottostante Bocchetta di Liri, aggirando o superando una zona di cresta piuttosto frastagliata ma non difficile, a tratti su un versante a tratti sull’altro. Dopo lo stretto intaglio della Bocchetta si prosegue per un tratto pianeggiante che aggira alcuni spuntoni, e poi si riprende a salire verso il Monte Cavallo 2357 m, prima del quale termina il cavo.
Si prosegue ora seguendo una marcata traccia di sentiero che resta pressochè sempre sul filo del crinale senza alcuna difficoltà, scendendo rapidamente al Colle d’Asnì, possibile via di fuga verso i Laghi di Chiono scendendo tra vaghe tracce il pendio sud (da evitare in caso di nebbia).
Si risale rapidamente l’ampio pendio di rododendri e mirtilli che precede la comoda pietraia che annuncia la vetta della Punta Prafourà 2369 m, dalla quale la Punta Verzel appare già vicina.
Si prosegue in piano sul versante sud aggirando alcune roccette che precedono l’attacco dei tratti attrezzati che condurranno alla Verzel. Questo tratto è meno attrezzato del precedente, e lascia alcuni passaggi “scoperti” (mai esposti) su divertenti roccette con passi di I). Il cavo riprende in modo più continuo in vista di una sorta di anticima, dove ci si sposta brevemente sul versante nord (delicato con neve) e poi per un tratto più verticale si arriva ad un intaglio, dal quale si ritorna sul lato sud oltre l’anticima.
Si scende qualche metro su un esile sentiero su una cengia erbosa, quindi si riprende a salire verso la Verzel affrontando le ultime roccette, che poi lasciano spazio ad un ripido sentierino solo in parte attrezzato ma privo di difficoltà fino all’obelisco metallico della cima 2406 m.
Per proseguire lungo la cresta Beltrando, si ridiscende di 20 m dalla via di salita fino ad incontrare il cavo metallico (in corrispondenza dei cartelli segnaletici per Punta Rama/Alpe Liri) che segue un terrazzo erboso in direzione sud, aggirando dal basso la cresta rocciosa della Verzel. Si scende un muretto attrezzato con alcuni gradini e poi si passa sul versante sud-est della lunga cresta, ora prevalentemente erbosa) che conduce alla Punta Quinzeina. I tratti con il cavo diminuiscono e vengono sostituiti da un facile sentiero terroso che si mantiene qualche metro sotto il crinale. Raggiunto il colle Pian dei Francesi si risale alla Punta Quinzeina nord 2344 m.
A questo punto si può scegliere se scendere dal versante escursionistico su Berchiotto (in questo caso occorre aver lasciato qui l’auto oppure ritornare all’Alpe Losa percorrendo la strada asfaltata) oppure, più breve, far ritorno alla depressione del Colle Pian dei Francesi, dove si deve individuare un poco marcato sentiero che scende per il pendio erboso (presenti vecchi bolli rossi), che dopo aver affrontato una zona leggermente impervia con cespugli ed arbusti in mezzo al pietrame, porta ai resti dell’Alpe Beccua 2050 m. Qui si incontrano segni gialli di vernice con indicazioni dei vari sentieri su un masso.
Qui si può scegliere se rientrare a destra passando per il sentiero che traversa verso l’Alpe Liri, tagliando in basso tutta la cresta percorsa (soluzione più lunga), oppure se deviare marcatamente verso sinistra, giungendo rapidamente ai Laghi di Chiono ed all’omonimo alpeggio 1980 m, dal quale si prosegue sulla bella mulattiera che scende verso sud-ovest molto dolcemente fino a toccare il pianoro dell’Alpe Moia 1880 m. Da qui sempre in diagonale verso sinistra si affronta poi una lieve risalita che scavalca un costone dopo il quale la discesa diventa più ripida, ma sempre su ottima traccia.
Al limite del bosco si tocca un gruppo di baite in una radura, dopo la quale si prosegue nella bella faggeta in diagonale discendente fino all’Alpe Quaglia: qui andando verso destra ci si ricollegherà al sentiero n.8 che passerà per l’Alpe Losa (se si ha l’auto qui occorre seguire questo percorso), andando invece verso sinistra si arriverà più direttamente al ponte di Beirasso passando per l’Alpe Martinetto e percorrendo poi alcune centinaia di metri della strada già seguita all’andata.
- Cartografia:
- mu ed 03 Valchiusella
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