
Si premette che l’itinerario è indicativo, vedere Note storiche e altro:
L’itinerario della Via Francigena entra in Torino dalla Val Susa percorrendo Corso Francia, arriva in Piazza Statuto dove prosegue su Via Garibaldi fino in Piazza Castello. Qui c’è una biforcazione: una tratta “storica” passa per Regio Parco e una “moderna” per i parchi sul Po sponda destra. Entrambe si ricongiungono qualche chilometro dopo:
– Tratta storica: Il percorso originale, più breve, gira a sinistra su Viale dei Partigiani, percorre la pista che attraversa i Giardini Reali e arriva al Rondò Rivella, lo attraversa e imbocca (sempre pista presente) Corso Regio Parco. Superata la Dora si arriva a Largo Regio Parco. Lì si imbocca la continuazione di Corso Regio Parco, sul percorso centrale e lo si segue fino a Largo Verona: da qui inspiegabilmente il solco centrale di Corso Regio Parco è totalmente abbandonato dal Comune: con buone gambe e una buona MTB si può provare a passarci, ma è composto da detriti, ciottolo, erba. In alternativa si percorre la strada. Arrivati all’incrocio con Corso Novara la situazione è persino peggiore. Si imbocca Corso Regio Parco, con molta attenzione la si percorre (via stretta e binari del tram) e la si percorre fino al bivio con Via Ippolito Pindemonte, Corso Regio gira a sinistra e lo si abbandona finalmente. Si prosegue invece dritti fino all’incrocio con Via Giacomo Zanella. Lì si svolta brevemente a destra per poi dopo una decina di metri girare a sinistra nel parcheggio del Parco Colletta. Lì si percorre il parcheggio fino al sentiero che ivi diparte, costeggiando la vecchia cascina. Tale sentiero dopo poco giunge un bivio nel quale bisogna imboccare il sentiero a sinistra, che giunge infine in leggera salita al sentiero sul Po. Lì si gira a sinistra e si prosegue costeggiando il Po e poi la Stura per un buon tratto (Parco Colletta e poi Parco della Confluenza). All’incirca all’accesso al Parco della Confluenza il sentiero diventa asfaltato: ignorare tutte le deviazioni a sinistra, ma percorrerlo mantenendo sempre la destra: si arriverà su Strada Settimo, si gira a destra e si imbocca il marciapiede ciclopedonale di Ponte Amedeo VIII, finito il quale si gira subito a sinistra sull’argine. Lo si percorre per un breve tratto e si segue poi la deviazione che da esso scende (l’argine termina poco dopo). Si continua per tale tratto, ora in cemento e si arriva a un trittico: a sinistra si sale verso il Pontediga, da tralasciare, a destra si va verso San Mauro, da imboccare. Il percorso costeggia il Canale Derivatore per un buon tratto. Dopo di che verte decisamente all’interno, causa interruzione del’argine, per sbucare a Bertolla: lì c’è un bivio, dove si prende a destra. Con molta attenzione causa scarsa visibilità e possibile transito di automobili etc si percorre questa breve strada a s per sbucare in Piazza Monte Tabor: la si attraversa per imboccare Via Monte Tabor di fronte (sempre attenzione) e la si percorre per un breve tratto di curva: sulla destra finalmente c’è l’imbocco della continuazione della pista interrotta. Si entra e si percorre tale pista per un bel tratto, passando per il Parco l’Eliana e arrivando così al Ponte monumentale di San Mauro (Ponte Vittorio Emanuele). Lo si imbocca (attenzione al transito automobilistico durante i giorni feriali) e si arriva al centro di San Mauro. Qui l’itinerario si ricongiunge al tratto “moderno”. Si presentano entrambe le direzioni:
Principale:
– Tratta moderna: da Piazza Castello si imbocca Via Po e la si segue fino al Piazza Vittorio Veneto e il Po. Si valica Ponte Vittorio Emanele I e si imbocca a sinistra la pista ciclabile di Corso Casale. La si percorre fino a poco prima dell’incrocio del Ponte Regina Margherita dove si svolta a sinistra per valicarlo sottopassandolo. Si sbuca così direttamente nel Parco Michelotti dove si percorre il viale sterrato costeggiando il Po. Si arriva così a Ponte Sassi che si valica anch’esso sottopassandolo. Si entra ora nel Parco Brigata Alpina Taurinense e si percorre la pista adiacente al Po che all’altezza del Cimitero Sassi si immette su Via Nietzsche. La si imbocca verso sinistra e la si percorre per un buon tratto. Diventa sterrata e passa nel Parco del Meisino. Si giunge a un incrocio dove si mantiene sempre la stessa direzione: Via Nietszche torna in asfalto e va seguita fino alla sua terminazione presso il Po (nascosto da un muro). Si gira a destra, e si prosegue dritto prima sottopassando il Pontediga del Pascolo e poi entrando nel parco e seguendo il viale sterrato senza deviare mai. Si arriva a un ponticello che si valica e si prosegue sulla pista adiacente il Po, ora asfalta. La si percorre senza deviare mai e si arriva dopo un bel tratto a una rotonda, già San Mauro. La si supera e si imbocca la pista di Via Martiri della Libertà che però finisce dopo una manciata di metri: qui o si percorre la trafficata Via Martiri della Libertà o si passa per la stradina laterale, che è però a senso contrario, e si sale sull’argine. In ogni caso si arriva al Ponte monumentale di San Mauro o Ponte Vittorio Emanuele, dove l’itinerario si ricongiunge a quello “tradizionale”.
Dal ricongiungimento presso il ponte di San Mauro incrocio con Via Martiri della Libertà si prende la piccola Via XXV Aprile, di lato al ponte, che poi gira a destra, diventa a doppio senso di circolazione, e segue dritta, parallela al Canale Cimena (che però non si vede) per un buon tratto, fino alla rotonda con Via della Costituzione. Continua ancora per raggiungere un bivio da cui diparte sulla destra Via Malone, che si tralascia. La strada sale per scavalcare il Rivo Dora e scende per finire a un incrocio (che sembra una curva): lì c’è via Mezzaluna, da imboccare a sinistra, ma, subito prima del canale, si imbocca a destra una via sterrata (senza nome), parallela all’argine di questo ultimo. La via sterrata poco dopo fa una s ma riprende subito parallela al canale: la si percorre per un bel tratto, costeggiando sulla destra dapprima un muro ma poi il piccolo Canale Sambuy. Alla fine la strada sbuca su Via Pedaggio Vecchio, da prendere verso sinistra. Si percorre Via Pedaggio Vecchio e si incontra un bivio: dritti si va in Via delle Vallette, da tralasciare, si gira invece a sinistra e si continua su Via Pedaggio Vecchio fino a che non sbuca sulla Provinciale 92. Molto trafficata, bisogna porre molta attenzione, la si imbocca sulla destra per poi lasciarla subito verso sinistra, imboccando Via Cristoforo Colombo. La si percorre per pochi metri fino a un bivio, dove si prende a sinistra la secondaria Strada del Ghiaiasso, da percorrere per un bel tratto, senza mai deviare, fino alla sua terminazione, qualche metro prima del Canale, su Strada dei Gerbidi: questa strada è da imboccare sulla destra e da percorrere in linea retta fino a poco prima di una rotonda. Qui c’è da fare una riflessione: lì la Via Francigena attraversa la rotonda e sale per Via dei Gerbidi fino alla sua conclusione sulla provinciale, da prendere a sinistra. Tuttavia un nuovo breve percorso, di recente costruzione, è preferibile per evitare un tratto della molto trafficata statale 590. In effetti qualcuno ha apposto anche dei segnavia. Si presentano entrambe le direzioni:
– Itinerario principale: Si percorre Strada dei Gerbidi oltre la rotonda, seguendola mentre sale sulla Provinciale. Lì la si imbocca verso sinistra e la si segue fino a incontrare sulla destra la Piazza Beata Vergine Assunta su cui affaccia la Chiesa Santi Claudio e Dalmazzo. Si sale sulla strada che costeggia la chiesa sulla sinistra e la si segue. All’incrocio con Via si imbocca a sinistra su Via Fermi e si segue quest’ultima, che subito gira franca a sinistra e poi continua dritta una lenta salita. Si arriva infine a un’altra svolta franca a sinistra dove la strada scende verso Via Cavour, dove l’itinerario si ricongiunge all’alternativa più sicura.
– Alternativa più sicura: poco prima della rotonda si imbocca a sinistra Strada degli Scavi: tale strada prosegue dritta per un tratto fino a un bivio che sembra una curva: la strada a destra è il tratto nuovo, dal nome Strada delle Alpi, da percorrere fino a un ponticello sul rio; lì si imbocca a destra una sterrata dal nome Strada San Giuseppe Cottolengo, e la si percorre tutta vino a sbucare con un semaforo la provinciale. La si prende e dopo poco si imbocca a destra la traversa Via Cavour, da percorrere fino all’incrocio con Via Mazzini, dove l’itinerario si ricongiunge al principale.
Dopo il ricongiungimento si percorre Via Mazzini (che diventa Via Borione per poi curiosamente tornare Via Mazzini), fino all’incrocio con Corso Italia: la Via Francigena prosegue ancora dritta, ma in bicicletta bisogna deviare a destra perché Via Mazzini diventa a senso unico: si imbocca quindi a destra Corso Italia che è una specie di circonvallazione, infatti finisce per incrociare di nuovo Via Mazzini. Ora Via Mazzini diventa Via San Pietro e scende ma è ancora a senso unico e quindi in bicicletta si prende la traversa successiva, Via Vittorio Veneto, e la si percorre tutta fino alla sua terminazione sulla Strada Provinciale 97, da prendere a destra. Si continua su questa strada (dove si vede arrivare poco dopo Via San Pietro) e si prosegue fino a un incrocio a curva: la via provinciale prosegue a destra, invece l’itinerario prosegue a sinistra su Via Cerreto. La si percorre per un buon tratto arrivando a costeggiare vicinissimi il Canale Cimena. La strada finisce su un incrocio: a destra, da tralasciare, c’è Via Baduana, si imbocca invece a sinistra il ponticello sul Canale e superatolo si imbocca a destra per Via Rivalta. Si segue tale via prima in campagna e poi nel paese di San Raffaele Cimena Piana. Questa strada finisce all’incrocio con la Provinciale 99 o localmente Via Ferrarese, da imboccare a sinistra. La si segue fino all’incrocio con la Strada Provinciale 590, che si valica, e si prosegue dritti sulla strada che ora prende il nome di Via Moie. Si segue tale strada senza mai deviare: la strada un tratto curva decisa a destra e prosegue fra campi e fabbrichette. Poi diventa sterrata e, dopo una targa a ricordo del sacrificio di Paolo Negra, svolta a sinistra. Si prosegue ancora e la strada dopo poco svolta a destra per poi correre dritta tra due file alberate. Il tratto in questione si avvicina alla Riserva Naturale Speciale della Confluenza dell’Orco e del Malone e infatti l’ambiente è ora naturale. Il percorso è comunque ben segnato. Presso una leggera curva a destra si supera una sbarra e si prosegue dritti per un breve tratto fino ad arrivare a un bivio, ove si gira a sinistra. Si prosegue avvicinandosi al Po, per poi allontanarsi di nuovo. Si prosegue sulla sterrata seguendo attentamente le indicazioni ad ogni bivio e si giunge finalmente a una sbarra, dopo il quale c’è un bivio (45.172619, 7.856565). Qui c’è da fare una osservazione: i segni sono contraddittori. Se si gira a destra si deve poi fare un pezzo di provinciale davvero molto pericoloso. Se invece si gira a sinistra d’altra parte si passa per un sentiero abbastanza tecnico. Si presentano entrambe le direzioni:
– Itinerario principale: dopo la sbarra si gira a destra e si segue la strada fino a un bivio ove si imbocca ancora a sinistra. Si arriva poco dopo a un’altra sbarra, la si valica e si gira a destra per seguire la strada che con una esse in salita arriva sulla Provinciale. Lì si gira a sinistra e con MOLTA ATTENZIONE la si percorre fino a prima del ponte sul Canale Cimena, dove l’itinerario si ricongiunge all’alternativa più sicura.
– Alternativa più sicura: dopo la sbarra si gira a sinistra e si segue la sterrata senza mai deviare. D’un tratto la sterrata finisce davanti a un antico argine ora ricoperti di alberi. Lo si percorre per un centinaio di metri seguendo il tratto meno chiuso da vegetazione (ci sono dei segni, ma bisogna guardare bene per vederli) e si arriva alla sua fine: la sterrata riprende, poi curva destra, supera un fosso con un ponticello e sale sulla provinciale, che bisogna imboccare verso sinistra, dove l’itinerario si ricongiunge al principale.
Dopo il ricongiungimento si supera il ponte sul Canale Cimena e si segue la Provinciale fino alla rotonda Via Po di Chivasso, da dove parte la pista ciclabile, da imboccare, che parallela a Via Po supera il fiume e entra in Chivasso (seguendo sempre dritto Via Po si arriva alla centrale Piazza della Repubblica).
La Via Francigena è in realtà una rete di percorsi. Il tratto qui trattato fa parte del cosiddetto percorso "Via Francigena che passa per il Monginevro e si allaccia nel vercellese alla Via Francigena che viene dal Gran San Bernardo". Tale Via del Monginevro ha dei segnavia particolari (diversi, ad esempio da quelli della Via del Gran San Bernardo): un "pellegrinetto" giallo, una freccia bianca per indicare la direzione di Roma, una freccia gialla per indicare la direzione di Santiago di Compostela (http://imgur.com/a2nVOfO). Inoltre il Parco del Po Torinese ha indicato la via ciclabile, che in quel tratto ricalca fedelmente la Via Francigena, con dei segnavia gialli: http://imgur.com/cQl7g5q
L'itinerario della Via Francigena sul sito del Parco: http://www.parcopotorinese.it/PDF/ViaFrancigenaTo-Chivasso.pdf
Vedere anche: http://www.gulliver.it/itinerario/55674/
- Cartografia:
- Fraternali 18 Collina di Torino
- Bibliografia:
- Guida alla Via Francigena in bicicletta
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