650m
E’ uno dei rifugi storici della Valle d’Aosta, costruito già nel 1892, punto d’appoggio per gli alpinisti che affrontano la salita alle montagne circostanti (il Mont Gelè in particolare); oggi è una struttura molto accogliente e di pregevole fattura con esterni in pietra.
L’escursione è adatta a tutti gli escursionisti che abbiano un minimo di allenamento, non è lunga e non eccessivamente faticosa. Nella prima parte il percorso si snoda tra la pista interpoderale che porta all’Alpe Berrier (non sul percorso) alternata a scorciatoie, per poi proseguire su un facile sentiero fino al rifugio.
Si prosegue ancora per 10 km lungo la SR38 superando Oyace e raggiungendo Dzonvennoz, frazione di Bionaz. Qui si svolta a sinistra per la frazione Ruz, dove si parcheggia nel posteggio asfaltato prima delle case.
Dal parcheggio che precede il piccolo gruppo di baite di Ruz si prosegue seguendo la strada che attraversa la graziosa borgata, per poi continuare sulla stessa affrontando una rapida successione di tornanti che consentono di guadagnare subito quota senza troppa fatica. Il bosco di larici regala una piacevole ombra ma allo stesso tempo lascia spazio a belle vedute panoramiche.
Si trascura una pista secondaria sulla destra a circa 1800 m, e dopo altri due tornanti il sentiero compie una scorciatoia che permette di abbreviare il percorso, dirigendosi verso nord passando nei pressi dell’alpeggio Primo 1857 m, dopo aver attraversato una colata di massi di una antica frana.
A 2000 m si incontra nuovamente la pista sterrata che porta all’Alpe Berrier che andrà seguita fino quasi in vista del gruppo di baite (è anche possibile una scorciatoia per evitare un giro più ampio lungo la strada).
Raggiunto l’inizio della comba di Berrier, seguendo il segnavia n.2 a sinistra, si abbandona la strada e si prosegue sul bel sentiero che porterà al rifugio passando accanto ad un pulpito con una grossa croce in legno. Un lungo traverso a mezzacosta in direzione ovest, consente di aggirare tutto il pendio alle pendici del Mont Crête Sèche, addentrandosi progressivamente nel pendio-vallone del rifugio. Questo tratto è molto piacevole perchè in dolce pendenza ed estremamente panoramico.
Si è ormai fuori dalla fascia boscosa, e si possono ammirare le alte vette della Valpelline, in modo particolare la piramide della Becca di Luseney, con degli scorci anche sulla Grivola e sui ghiacciai della Testa del Rutor in Valgrisenche.
Superato un masso da cui sgorga una sorgente, si affronta in piano una breve pietraia e si arriva sotto il pendio di salita al rifugio, dove il sentiero presenta la sua parte più faticosa poichè gli ultimi 100 m di dislivello diventano un po’ più ripidi. Si percorre una dorsale con alcune serpentine raggiungendo un grosso masso con le bandiere del rifugio, e poco più avanti ecco il piccolo ripiano con il Rifugio Crête Sèche 2389 m.
Per chi volesse proseguire l’escursione, sempre seguendo il sentiero n.2 addentrandosi nel selvaggio vallone a monte del rifugio, si può raggiungere il Bivacco Spataro a 2500 m (costruzione in lamiera) ed il successivo Plan de la Sabbia che decenni addietro ospitava i ghiacciai ormai ritirati.
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