1.1Km
Le soste di calata, invece, sono a 2 fix con catena.
La via, pur essendo stata recentemente richiodata, mantiene comunque l’impegno originario: i fix, infatti, sono stati semplicemente sostituiti ai vecchi chiodi.
Si tratta dunque di una bellissima via classica, di soddisfazione, su ottima roccia granitica, molto compatta.
La via supera il grande tetto nel suo settore destro, dove la sporgenza è minore, raggiunge il filo di spigolo sopra il tetto e lo segue fedelmente fino in vetta.
Da li scendere 50 mt lungo la statale e prendere un scala sulla sinistra che porta alla vecchia scuola elementare, costeggiare la scuola a destra e salire lungo il prato attraversandolo tutto fino ad arrivare su una strada asfaltata. Proseguire su quella strada fino a trovare un cartello di legno (un po' coperto dal fogliame) indicante "Bec di Mea".
Seguire l'indicazione, subito il sentiero attraversa un prato e successivamente un deposito di legna di una casa li vicina, ma poi diventa un sentiero ben marcato a tacche rosse. Seguire fedelmente le tacche fino a quando su una roccia si legge "PARETE SUD".
Da li deviare e abbandonare il sentiero. Di qui per tracce prima in piano e poi con ripidi zig zag, si arriva sotto la parete.
Seguire le tracce di sentiero fino a sotto il grande tetto che caratterizza la via (quello su cui passa il traverso del quarto tiro). Li fermarsi e guardando verso l'alto con attenzione si vedono almeno i primi 3 spit del primo tiro.
- L1: Superare a destra un masso fessurato e la placca sovrastante (6a, 3 spits), fino a raggiungere una comoda cengia erbosa.
- L2: Portarsi all’estremo bordo destro della cengia, alla base di un lungo diedro strapiombante all’inizio.
Superare la strozzatura iniziale (faticoso, 5; 2 spits), continuare per la larga fessura di destra (4+, da proteggere con friend medio-grandi), raggiungendo il fondo del diedro. Superare la parte finale con un passo atletico e faticoso (5+, 2 spits), ed obliquare a destra su una liscia placca fino ad una piantina. - L3: Portarsi allora a sinistra, fin sotto l’estremo bordo destro dell’enorme tetto, percorrendo prima una placca appoggiata (4+) e superando quindi direttamente la strozzatura strapiombante con un passo un po’ atletico (5+, 2 spists). Sostare su una cengetta all’inizio di una fessurina orizzontale che solca per tutta la sua lunghezza la grande placca sopra il tetto.
- L4: Lunghezza breve, consistente in un traverso molto esposto, che sfrutta, per le dita, una fessurina orizzontale, fino a raggiungere la base del bellissimo diedro che si apre immediatamente a destra dello spigolo (4/5 delicato, 3 spits).
- L5: Superare tutto il diedro seguendo l’ottima fessura di fondo, che permette la progressione in Dulfer (dal 5 al 6b o AO, spits e chiodi); quando questa muore tra lisci placconi panciuti attraversare ascendendo a sinistra (delicato, 5, 2 spits) e raggiungere una larga fessura sul filo di spigolo.
- L6: Superare la fessura verticale lunga circa 3 metri (6a o AO, uno spit e un chiodo) e sostare al di sopra, leggermente a sinistra, in pieno filo dello spigolo.
- L7: Continuare a salire direttamente sul filo di spigolo che va man mano inclinandosi (3+, placca sprotetta ed improteggibile per circa 10 metri), piegare leggermente a destra (5, delicato, 2 spits), fino a raggiungere 2 arbusti al di sopra dei quali parte una bella fessura da proteggere a friend medio-grandi (4). In alternativa alla fessura, si possono seguire gli spits sulla placca e traversare poi a destra verso la sosta. Si raggiunge quindi una sosta a fix da unire con cordino proprio sotto il tetto finale.
- L8: Portarsi a destra e superare un muretto verticale che immette in una nicchia a destra del tetto. Salire lungo questa nicchia ascendente verso sinistra seguendo la larga fessura alla sua radice (6c o AO, spits); uscire e per una fessura (4) raggiungere la sommita’.
Discesa:
dalla sosta 8 calarsi obliquando a destra, fino a raggiungere un secondo punto di calata posto dietro ad uno spigolo su una placca, poco sopra la sosta 6.
Da qui calarsi verticalmente fino alla sosta 4 (molto scomoda), alla base del diedro al di sopra del grande tetto.
Con una spettacolare calata nel vuoto, si raggiunge la cengia della sosta 1.
Un’ultima doppia lungo il primo tiro porta alla base.
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