Uccello (Pizzo d’) – Via Oppio-Colnaghi

Uccello (Pizzo d’) – Via Oppio-Colnaghi
La gita
abo
20/07/2019

La Parete per antonomasia delle Alpi Apuane! Che vione, lungo e sostenuto (nonostante le difficoltà classiche).
Noi abbiamo pernottato la sera prima al rifugio Valserenaia (ultra-consigliato: accoglienza, cucina e camere da 10!). Sentiero per la ferrata, dopo il primo tornante della marmifera, indicato da 2 targhe. La ferrata è un dito in qubo esattamente come avevo sentito dire, lunga e ripida, guantini da ferrata fortemente consigliati.
Riguardo alla via in sé è già stato detto tutto: l’attacco, così come il percorso, è evidente e in generale bisogna immedesimarsi nei primi salitori, cercando il “facile” e il percorso più intuitivo si è (quasi) sempre sulla retta via. La via è abbastanza un viaggio, dove quasi ogni tratto è “famoso”: la rampa iniziale, i primi camini (divertenti), la scritta “Lotta Continua”, il 4° camino chiuso dal tetto (per chi come me non è abituato ai camini per nulla banale nonostante il grado), primo pilastro, quindi la scritta “potere alle masse” e la “fessura diedrica” (davvero un bel tiro), in ultimo i camini finali, lunghi e che sembrano non terminare mai. Dulcis in fundo lo sperone finale (da noi salito in un tiro solo da 75m con conserva finale), unico tratto dove abbiamo visto il sole in tutto il giorno.
In generale la roccia è molto liscia e levigata (nonostante non sia marmo ma calcare), nelle zone meno ripide e sulle cenge lo smosso abbonda ed è facile che anche solo recuperare la corda smuova qualcosa (soprattutto nell’uscita dei camini finali), per il resto lungo i tiri è abbastanza solida.
Noi abbiamo usato: 10 rinvii (5 allungabili, 3 lunghi e 2 corti), 7 friend (dal #0.3, inutile, al #3), mazzetto di nut (usato giusto uno per sfizio, inutili essenzialmente), abbondanti cordini per spuntoni e soste, 3 chiodini porta-fortuna e martello (non usati).
Essendo in 3 volevamo fare un po’ di conserva lungo i tiri facili per accorciare i tempi ma le 5 persone davanti non ce l’hanno permesso e hanno rallentato decisamente la progressione, con conseguente lunga perdita di tempo alle soste.
Riguardo alla chiodatura, lungo i tiri si integra bene e nel “difficile” il chiodo spunta sempre (la fessura diedrica è chiodata da via sportiva), soste tutte almeno a 2 chiodi con di fianco i moncherini dei fix tagliati.. e senza voler far polemica devo dire che quando si era in 5 in sosta si sono fatti un po’ rimpiangere.
Panorama fantastico dalla cima e discesa comunque non banale fino alla marmifera, da lì in giù si può pensare solo più alla birra.

Ultimi giorni di trasferta toscana spesi alla grande, in ottima compagnia di Emanuel (a lui i tiri fino al primo pilastro, a me quelli da lì fino in cima) e di Enrico (alla terza volta sulla Oppio e nostro “angelo custode”).

Link copiato