Superare il centro abitato e addentrarsi nella conca delle Piane di Lizzola, da attraversare interamente fino al punto in cui un ruscello sulla destra si congiunge al torrente principale. Qui inizia il couloir del Crostaro. Un centinaio di metri prima del couloir inizia un ripido pendio che, con un ampio crinale, costeggia sulla destra il couloir. Salire direttamente il crinale, sempre ripido. Quando la pendenza si riduce e il crinale si perde in un ampissimo pendio si vede chiaramente davanti a sè il canalone nord del Monte Sasna, ad andamento leggermente curvilineo verso sinistra. Entrare nel canalone e risalirlo interamente su pendenze di 40-45°; solo gli ultimi metri sono più ripidi. Si arriva così sull’ampia cresta che, seguita verso destra più o meno fedelmente, con dolci pendii porta dopo poche centinaia di metri alla croce della cima.
Per la discesa continuare a seguire lungamente la facilissima cresta in direzione sud. Giunti a poche decine di metri dalla cappellina del passo della Manina si diparte sulla destra il sentiero che, con una serie di tornanti nel bosco, riconduce a Lizzola.
- Bibliografia:
- Romelli-Cividini, "Ghiaccio delle Orobie"
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