Rognosa d’Etiache, Torre Maria Celeste – Via Mellano

Rognosa d’Etiache, Torre Maria Celeste – Via Mellano
La gita
abo
27/08/2016

Bella salita, per nulla banale: a nostro avviso le difficoltà non so tecniche ma bensì di “navigazione”, nella parte alta trovare la via non è affatto banale (e infatti noi da bravi polli siamo andati fuorivia). Con Panda 4×4 fino al lago Patarè (secco), di lì per pietraia prima decente e poi scomoda in 35-40min si è alla base. L’attacco ovviamente l’abbiamo ciccato, in teoria è in una specie di rampa con fessura verso dx. Noi invece siamo andati fino all’attacco della Re-Roche: in corrispondenza di un ometto inizia una cengia ascendente verso sx che termina in un prato (scritta e freccia Re-Roche), di lì obliquando a sx per una serie di paretine facili (III/III+) si raggiunge la comoda S1 del mellano (2spit+cordone). L2 con partenza verticale di 5 ben prottetta (1 spit, 1ch. e 1nut incastrato), poi camino facile fino in sosta (2 spit da collegare molto distanti, per questa come le altre soste longe da 120cm fortemente consigliate). L3 molto bello: prima diedro-camino poco proteggibile, poi traverso a dx mooolto expo (1 spit), quindi altro camino e altro traverso (ch.). Qualche anima pia ha attrezzato una nuova sosta (2spit collegati) alla base del camino della quinta staccata, così si evita un tiraggio corde che già fin lì si fa sentire. Breve tiro per arrivare alla forcella tra quinta e parete e quindi L4, davvero bello: muro verticale di IV+ molto continuo, unico neo il tiraggio corde davvero impossibile, allungare bene le protezioni o è come tirarsi dietro un bilico da metà in poi. Personalmene consiglio di non moschettonare il ch. verde a metà tiro, è lui uno dei principali colpevoli (per il resto si trovano altri 2 spit e ch.). Dalla S3 (S4 se si tiene conto di quella facoltativa alla base della quinta staccata) sono iniziati i dilemmi: la relazione della guida cai dice di stare sulla sx dello sperone nerastro, occhio però che non vuol dire di stare SULLO sperone, ma proprio alla sua sx, già ma quanto a sx? Boh!! In sostanza bisogna salire in una specie di camino-canale dove in uno spiazzo si trova una sosta (sempre 2 spit da collegare): io ovviamente non trovando segni di passaggio ho ravanato un bel po’ prima di trovarla e ovviamente per non rischiare il tiraggio corde ho fatto 40m di tiro con solo un nut di protezione, per fortuna che non si supera il IV… Da questa sosta noi ci siamo decisamente persi: col senno di poi probabilmente di lì bisogna andare decisamente a dx, cercando di andare sotto al canale di sx sotto la vetta. Al contrario ho proseguito diritto lungo il bel muro verticale che mira agli strapiombi, quindi dopo un 45-50m di III/IV (anche qui protezioni scarse, 2 in tutto il tiro) ho attrezzato una sosta al volo. Da lì avrei voluto provare a traversare a dx e forzare gli strapiombi di vetta, ma la stanchezza del socio mi ha fatto (saggiamente) deviare a sx fino ad intercettare la cresta sommitale, proprio sotto gli strapiombi di vetta. In più non possiamo neanche fare i fighi e dire che abbiamo “aperto” una nuova variante, perché lungo questo tratto abbiamo trovato un ch. nel tratto verticale e 2 ch. da sosta in una nicchia (tutto datato probabilmente all’alto medioevo).
Dalla cima invece delle doppie abbiamo preferito traversare alla punta SW: prima crestina facile, poi calatona nel vuoto di 30m. Di lì ultimo tratto con qualche passo divertente fino alla SW, infine discesa facilmente disarrampicabile fino alla prima forcella dove una mega-doppia di 55m (2spit+catena) riporta finalmente alla terra ferma.
Insomma una gita completa, dove la capacità di lettura dell’itinerario è più importante che la padronanza del grado, per questo ho preferito inserire la gita qui piuttosto che sotto la sezione “arrampicata”.
Come attrezzatura consiglio un set di nut e poi friend medio-grossi, martello utile per ribattere i chiodi.

Con Cerez, a challenging day out…

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