Gran bella salita, di cui l’avvicinamento lunghetto ne ha compromesso la frequentazione (informarsi sulle condizioni di apertura della strada per accorciare fino alla Conca del Prà).
Avvicinamento su sentiero ben tracciato fino al Fontanun sotto al colle dell’urina, da lì il sentiero per la colletta del Palavas non è segnalato ma abbastanza evidente (ometti), una volta nel vallone conviene tenersi sulla sx delle pietraie e raggiungere il passo (ometto), quindi per dorsale rocciosa si prosegue verso l’attacco della cresta (ometto e paletto).
La cresta è costituita da gabbro di ottima qualità (un po’ più rotto sul secondo torrione) e serpentinite (in brevi tratti più facili e sfasciati).
Il percorso è abbondantemente attrezzato a fix e chiodi, quindi la numerazione dei tiri può variare anche in base al numero di tratti percorsi in conserva (consiglio il più possibile), necessari anche solo 6 rinvii e fettucce per collegare le soste. Qualche friend medio utile se si vuole integrare. Noi siamo saliti in scarponi e non l’abbiamo rimpianto.
Molto bella la fessura di L4 (su alcuni siti data addirittura di 5a/b.. comunque ben scalabile e protetta a chiodi). Per sommo piacere del socio su L7 inconsciamente sono andato dritto per lo strapiombo della variante (un passo di 5c/6a protetto con un ch., la placca successiva si protegge o con un vecchio ch. in posto o con un friend #1).
Molto bella anche la placca jervis di 4c (così a sensazione leggermente sovragradata sulle guide, IV ci pare più onesto).
Calate ben attrezzate e brevi (sul secondo torrione non fermarsi alle prime 2 soste visibili della via di Michelin ma proseguire verso quella in basso a 2 fix).
Dalla fine della cresta siamo saliti in vetta cercando ancora qualche passaggino da scalicchiare. Scesi poi dal versante orientale della montagna e con un traverso sotto le pareti abbiamo di nuovo raggiunto la colletta del Palavas (in questo modo si evita la lunga discesa dalla normale).
Bella giornata con Marco nella sua val Pellice.