Mongioie (Monte) Parete NE – Diretta Biancardi

Mongioie (Monte) Parete NE – Diretta Biancardi
La gita
abo
03/01/2020

Dormito la sera prima al Rif. Mongioie (trattamento davvero ottimo). Al mattino partenza tranquilla alle 6.10 e arrivo al colle con le luci dell’alba, veloce cambio di assetto e via verso la conoide su ottima traccia. Il canale basso non era praticamente tracciato ma si sfonda poco. Prima di arrivare al primo camino (passo chiave della via) c’è una traccia che taglia a sx su terreno più facile e che rispunta poi sopra al traverso esposto di L2: a detta del gestore questa variante è sì più facile ma anche pericolosa in quanto la neve poggia direttamente su di una placca liscia di roccia. Noi comunque abbiamo salito il camino della via “classica” allestendo una sosta su nut poco sotto. Il camino non è difficile ma tra neve, roccia liscia e picche che ti battono sui maroni non è banale (ci si protegge con un friend sulla sx). Traverso della muerte del secondo tiro ben tracciato ed expo ma con un fix alto a metà. Da lì in poi abbiamo fatto un tiro da 50m su neve, un tirone da 70m in conserva su neve (qualche fix e un ch.) e quindi un tiro di misto sulla sx del colatoio principale (in cui ogni tanto casca qualcosa dal camino soprastante e dalla cornice…). Molto bello l’ultimo tiro di misto del masso incastrato (1 ch.), uscita della madonna in tutti sensi con panorama eccezionale. In discesa buona neve passando dalla gola delle scaglie (portante via via più smollata ma mai sfondosa); seguendo i vari nevai si arriva su neve fino a 10min sopra al rifugio.
Nonostante la via fosse tracciata la neve non è nè molto abbondante nè molto portante quindi non è proprio tutto scontato. I passi di misto non sono estremi ma neanche banali (astenersi mungitori seriali, non si azzera nulla). Noi abbiamo usato una mezza da 50m, un set minimal di nut, 4 friend medi (forse ne bastano 1 giallo e 1 rosso BD), per il resto si trovano una decina di fix (di cui però 7 sono di sosta) e un paio di chiodi.

Allo stato attuale la parte più pericolosa della gita è la cena in rifugio: tra antipasti misti con bagna caoda, polenta, primo, secondo e dolce se ne esce distrutti.
In compagnia dell’inossidabile Marco, dovevamo venirci a marzo ma era un crimine non iniziare subito l’anno così.

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