
Necessita di innevamento assolutamente sicuro, sia per quanto riguarda la salita che la discesa (non visibile la parte sul versante francese). La salita è ben visibile dal fondovalle, soprattutto il cascatone iniziale. In particolare, dalla frazione Candiela di Chialamberto, si vede perfettamente tutta la linea di salita.
La cascata è quella con il catino innevato superiore, al centro della parete. A dx vi è la linea, raramente formata, di “O Sole Mio” sul couloir est del Dome du Moulinet.
Necessarie viti da ghiaccio, qualche nut e friends per eventuali soste su roccia. Chiodi da roccia e cordoni da abbandono per eventuali doppie dalla Sella di Groscavallo.
Dal rifugio Daviso, salire dietro la costruzione, seguire per circa 10 minuti il sentiero della Fea, lasciarlo per attraversare quindi verso sx, arrivando alla morena del ghiacciaio del Martellot. Dirigersi quindi verso l’evidente colata.
Salirla per due tiri lunghi (prima sosta a sx nella nicchia, eventuale vecchio nut – seconda sosta a dx possibile su roccia). Continuare per il catino, per circa 200 metri di dislivello dalla fine della cascata, giungendo ad una biforcazione. Salire dunque a sx per una goulotte di ghiaccio a 65°, quindi continuare per il canale che svolta a dx, fino alla Sella del Moulinet. (eventuali due brevi passi di misto). Volendo, per cresta, si giunge sulla punta Martellot.
Dalla Sella scendere un pendio-canale per circa 100 m, dove vi è una biforcazione salire per circa 30 m (dx faccia a monte) e giungere su una spalla. Attraversare lungamente tutti i pendii a dx faccia a monte fino alla Sella di Groscavallo (tra la Dent d’Ecot e la Punta di Groscavallo). Scendere dalla sella (alcune doppie in posto – nell’ultimo tratto del canale girare a sx faccia a monte) fino a mettere piede sul ghiacciaio del Moulinet. Da qui arrivare a dove sorgeva il vecchio bivacco Rivero (resti), scendere dunque al Ferreri (difficoltà di reperire il tracciato se non si conosce e sono calate le tenebre). Quindi tornare al Daviso se si è lasciato del materiale (attenzione al sentiero, diversi tratti ghiacciati, molti incombenti sulle cascate sottostanti) oppure scendere direttamente dal Ferreri (sentiero disagevole e ghiacciato).
- Bibliografia:
- G.C. Grassi
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