1.3Km
Conosciuta localmente come “Roc del Merlo”, questa parete deve il suo secondo nome alla forma particolare che, osservata dal fondovalle, appare come un elefante dalla lunga proboscide.
La prima esplorazione si deve a un gruppo di arrampicatori emiliani, tra cui Alberto Rampini, che salirono la parete passando dalla “proboscide”, probabilmente, ove oggi passa una sezione della via “Cocco”. Non sono tuttavia pervenute notizie certe.
La parete venne poi attrezzata negli anni novanta da Livio Berta, Massimo Costa e dal trio Gianni Caldana, Michele Cifarelli e Michele Cuzzumbo, che tracciarono i difficili tiri a destra della “proboscide”. Tra l’autunno 2022 e la primavera 2023 è iniziata l’opera di richiodatura degli itinerari da parte del Gruppo Valli di Lanzo in Verticale.
Dal 2023 in poi è in corso un grande lavoro di valorizzazione del sito principale e dei satelliti, con realizzazione di moti itinerari trad e sport, da parte della famiglia Costa e amici dei Tritoni Verticali e della valle.
La via Tirannica solca la parte più strapiombante e repulsiva della parete rivolta a Sud- Est.
La linea è evidentissima, un'unica fessura dalla partenza alla cima, sempre in forte strapiombo. È stato rinvenuto un cuneo di legno a circa 15 metri da terra e poco dopo due chiodi che costituivano evidentemente gli ancoraggi di calata d'abbandono di un vecchio tentativo. Abbiamo chiesto a chiunque abbia aperto in questi luoghi, a partire da Rampini (CAAI) fino a tutti gli altri chiodatori degli anni '90 e nessuno ne sa niente. Non è neanche chiaro se chi ha piantato il cuneo sia arrivato dalla larga fessura percorsa da Tirannica, difficile in quanto improteggibile se non con grossi friend, o forse da un fessurino di artif. più chiodabile. Sul resto della via non vi erano segni di passaggio, e a dir la verità neanche sulla parte iniziale da noi percorsa, dove la roccia sembrava vergine.
La via in generale è da considerarsi terreno d'avventura, seppure attrezzata con soste a spit. Non sono presenti spit di progressione. La roccia, per quanto da noi ripulita, sui muri a tratti tende a sfogliare, non ricevendo mai acqua per via dell'imponente strapiombo.
Materiale:
Corda intera da 80 metri e cordino per sicurezza o due mezze.
Doppia serie di friend 0.3-3 Wild Country, BD o simili, singoli i micro 0.1 e 0.2, e i grandi 4-5-6. Il 6 si può lasciare ad S2.
Scelta di nut medio piccoli, rinvii allungabili.
L'obbligatorio reale in verità non esiste, nel senso che essendo la via una fessura continua dall'inizio alla fine, è sempre possibile salire in artificiale senza materiale particolare. Tuttavia il 6c è un grado minimo consigliato per divertirsi.
Discesa:
Calata con due doppie, la prima un po' in traverso da S3 a S2, è necessario rinviare qualche friend, la seconda è completamente nel vuoto fino a terra, si salta quindi S1.
L1 possibile in moulinette, con smontaggio da secondo.
Dal piccolo parcheggio salire dietro una bacheca lungo un sentiero che tocca in breve il rudere di un vecchio albergo, poi alcune baite. Proseguire in piano brevemente sulla mulattiera verso sinistra e poi alla palina girare a destra, lungo una ripida traccia con segnavia 323A, che sale nel bosco di faggi (indicazione parete dell'elefante).
Il sentiero sale con ripide svolte, bolli gialli, fino a lambire un torrione di roccia isolato. Si aggira il torrione a sinistra seguendo dei bollini gialli, superando un ripido tratto su un letto di foglie di faggio, quindi, dopo una cinquantina di metri, si va a destra raggiungendo la base della “proboscide” (40’ dalla frazione Ronco Bianco). Per Tirannica costeggiare la parete verso destra e risalire alcune placche (attrezzate con ferri e corde), l'attacco è evidente in una grotta, scritta alla base.
Via incredibile per logicità e impegno, se ci si mette alla base, la cima strapiomba circa 15 metri rispetto all’attacco! Per fortuna 90-100 metri di fessura vi attendono e non aspettano altro che accogliere tutte le parti del vostro corpo e i vostri ferri. Ambiente yosemitico!
Non è la via perfetta, ma è una via rude, brusca e che non fa sconti. Una via decisamente Tirannica.
Attacco segnalato da targhetta in pietra.
- L1 – attenzione in partenza alla roccia, primi movimenti già impegnativi, poi traverso più facile sotto i grandi tetti, difficile tratto offwidth e uscita molto impegnativa, che si risolve con movimenti molto particolari e boulderosi. 7b
- L2 – fessurino da proteggere con attenzione, primo blocco in corrispondenza del vecchio chiodo, poi tratto chiave risolto con fantasia in occasione della prima libera, ma non spoileriamo. 7a+
- L3 – Facile tratto fessurato in diagonale verso sinistra, poi il tiro si raddrizza e le prese si fanno più rade. Dopo il chiave c’è ancora da scalare, fino ad un passo offwdith ancora non regalato, poi facile placca e la cengia finale dove godere dell’ultimo sole. Singolo più facile rispetto ad L2 ma tiro più continuo nel complesso, sono 40 metri di fessura! 7a/7a+
Prima ripetizione integrale di Riccardo Conterio e Ivan Depetrini davanti a Filippo Ghilardini e Simone Dorbolò il 23 Febbraio 2025.
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