Avvicinamento veloce e panoramico, il punto dove abbandonare il sentiero non è evidentissimo nè univoco: sotto la perpendicolare della guglia conviene tirare su dritti, un posto vale l’altro. La pietraia è a grossi blocchi, quindi si sale bene. Reperire l’attacco della via non è stato affatto facile: la relazione di Barbiè parla di un albero di S1 che abbiamo cercato ma non abbiamo trovato. Sulla dx della guglia è presente un altro sperone con chiodo che ci ha fatto venire qualche dubbio: che sia una variante?
La via è tutt’altro che banale (non la consiglierei certamente a qualcuno che voglia imparare a piazzare protezioni veloci), i passaggi di decisione ed atletici non mancano. Su L1 e L2 ci vuole occhio per capire dove salire per non ficcarsi nei pasticci. Peccato davvero per l’erba che oltre a disturbare la scalata, la rende aleatoria in alcuni tratti. Belli gli ultimi due tiri: invece della fessura di A1 abbiamo salito il diedro sulla dx, davvero bello e atletico. Ultimo tiro delicato in partenza ed estetico, davvero singolare. Occhio al grande blocco in uscita: balla da far impressione.. e o ci si appende o ci si monta sopra per poter raggiungere la cima. Il materiale in parete è abbastanza da pensionare: se qualche anima pia avesse intenzione di andare e avesse voglia di portare 4 cordini per cambiare quelli presenti alle soste farebbe di sicuro una cosa gradita. Noi abbiamo pulito la sosta sulla cima togliendo un vespaio di cordini marci, controventando con 3 ch. la sosta e aggiungendo un moschettone per la calata. Discesa dai ripidi pendii erbosi abbastanza freeride ma più breve di quel che possa sembrare.
Materiale usato: corda singola da 50m, set di friend (0.2-3), qualche nut medio (per integrare le soste), martello per ribattere i chiodi (e andavano tutti ribattuti), cordini per le soste.
Nonostante il periodo la guglia è ancora per gran parte della giornata al sole: da questo versante sole, luce e temperature calorose, mentre all’inverso ombra e cascate in formazione la fanno già da padrone. Con Vik, nella solitudine e la tranquillità della Val Soana.