Dal rifugio sentiero non evidentissimo: bisogna abbassarsi qualche metro (sentiero) e attraversare un rio su di un ponticello, oltre il quale bisogna subito girare a sx e non proseguire in discesa. Sentiero segnalato con ometti, abbastanza ripido e diretto. Attacco evidentissimo, presente un ch. nuovo sulla dx dello spigolo (di una via limitrofa). L1 prende sole dalle 9.30, L2 invece va al sole più tardi (pieno W). La via si segue abbastanza bene, gli unici dubbi possono venire su L3 (dove bisogna obliquare a sx, fix visibile dalla sosta) e L4, dove la sosta indicata in relazione non è visibilissima e spostata a sx: si può comunque proseguire fino alla sosta con catena (45m). In questo modo (come abbiamo fatto noi) si supera la parete in 4 tiri e il resto può essere percorso comodamente in conserva. Quasi un peccato perché la roccia in parete è mozzafiato e il percorso vario ed interessante. L2 da antologia per questo genere di difficoltà. Traversata delle 4 cime invece non corta come parrebbe, roccia un po’ più da controllare.
Materiale utilizzato: corda da 50m, 6 rinvii (max 2 fix per tiro, ma utili per allungare i friend), friend medio-grossi, qualche fettuccia. Se si è tranquilli su questo grado e genere di itinerari, la via è comodamente salibile in scarponi, altrimenti scarpette comode per la parete e scarponi per il resto. Discesa ben omettata e diretta.
Finalmente un’altra chicca portata a casa: il gemellino francese del Corno, “talmente sprovvisto di asperità che neppure i fiocchi di neve riescono a rimanervi aggrappati” (cit. Maubert).
Peccato il viaggione di 4h in auto per raggiungerlo, altrimenti sarebbe da tornarci ogni weekend! Con Marco, anche lui da tempo stregato da questa parete.