Escursionismo

Barbena (Rocca) da Sella Alzabecchi

Descrizione

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16/11/2013 | leviedeinonni | San Pietro ai Monti visto dalla Punta Alzabecchi

Dettagli

Dislivello (m): 450
Quota partenza (m): 700
Quota max/vetta (m): 1142
Esposizione: Sud-Est
Grado: E

Località di partenza

Sella Alzabecchi

Note

Se vi è capitato di trovarvi in cima a qualche monte della zona fra la Val Tanaro e l’alta Val Bormida potreste aver notato una parete rocciosa dall’aspetto decisamente inusuale. Si tratta del versante nord della Rocca Barbena, 1142 metri sul Mar Ligure, le cui acque bagnano spesso territori assai impervi già dall’ immediato entroterra, come lo Spezzino occidentale, il Genovesato di ponente o come quello in parte incontrato in questa gita.

Avvicinamento

Percorrendo l’autostrada A10 Genova-Ventimiglia l’avvicinamento alla nostra meta è facilitato dal recente casello autostradale di Borghetto S.S., situato nella bassa Val Varatella e dunque presso Toirano. Superato questo bel borgo medievale, celebre per alcune fra le più suggestive grotte italiane visitabili, si segue la provinciale che conduce a Bardineto addentrandosi fra cave e pendii alquanto scoscesi. Oltrepassata la frazione di Carpe, a 412 mslm (da cui partirebbe un primo percorso oggi poco battuto a causa della scarsa pulizia del sentiero), la rotabile risale una dorsale prominente con diversi tornanti, in corrispondenza di uno dei quali farete senz’altro caso al ristorante-discoteca “Divina”, un isolato locale tanto spettacolare nella sua posizione mozzafiato maremonti, quanto funestato da frequenti disordini pubblici.
Poco oltre la strada raggiunge, presso Sella Alzabecchi (700mt), una cantoniera e sulla sinistra un bar ristorante vicino al quale è possibile lasciare l’auto. Si intraprende da qui la sterrata da cui, subito, con buone indicazioni, si stacca il nostro sentiero.

Descrizione

Ci si inerpica così in un bel bosco di faggi; raggiunto in circa trenta minuti il colle spartiacque (900mt), dove transita pure l’Alta Via dei Monti Liguri, si marcia adesso in netta direzione ovest, aggirando, ora a nord, ora a sud, la cresta che si presenta boscosa o parzialmente rocciosa.
E’ opportuno fare bene attenzione a seguire, specie d’inverno, i nuovi segnavia, poiché quelli più sbiaditi non sempre indicano un percorso remunerativo.
Dopo alcuni saliscendi e un’anticima si perviene senza difficoltà (1h – 1h e 30min. in totale) in vetta, con croce della parrocchia di Loano e libro.
Il panorama è abbastanza interessante: nel periodo freddo nevi e mare si fronteggiano in un fiero contrasto. A est il Carmo di Loano la fa da padrone, mentre le Alpi a nord dipendono tutte dalla buonasorte, più o meno fosca.
Brillano soprattutto le cime a ovest, nell’alta val Tanaro, fra Monte Galero, Monte Dubasso, che parzialmente copre l’Armetta, e poi più a nord Antoroto e Pizzo d’Ormea, con le sue eleganti coste di Quarzina e Valcaira.
In caso di nebbia bisogna stare attenti a non superare la croce di vetta, onde evitare di apprezzare… il salto di un centinaio di metri che, a settentrione, vi separa dal pendio sottostante, già tributario del Bormida di Millesimo e appartenente dunque al bacino del Po. (Valerio Onofri Hôte)