Proprio una bella cima raggiugibile con una splendida salita. Nel salire alla sella abbiamo seguito una traccia con ometti senza prestare troppa attenzione se fosse quella che sale sulla dx della pietraia o quella che sale in mezzo e comunque senza difficoltà (solo un po’ di fatica per il tipo di percorso spezza-ginocchia) siamo arrivati in un’ora al passo. Di qui, una volta imbragati, abbiamo iniziato ad attraversare troppo a dx su sfasciumi seguendo delle “tracce umane” nella pietraia (piatto e forchetta di plastica), una volta capito che avevamo clamorosamente sbagliato siamo tornati sui nostri passi fino a trovare i bolli verdi (un po’ slavati ma comunque evidenti) che conducono in vetta, tra l’altro molti segni di ramponi sulla roccia indicano la via di salita. Molto breve la placca di II+, preceduta da un bel canale-camino, e divertente la successiva placca-cengia di III°-, un ch. e sosta su ch. al termine (abbastanza esposto). Di lì abbiamo seguito fino in cima l’evidentissima cresta di roccia tutto sommato buona. Bel panorama sulla ovest del viso. In discesa abbiamo disarrampicato in conserva fino alla sosta su cavo d’acciaio e chiodi, di lì una doppia da 30 ci ha depositato nel canale-camino prima della placca di II+° (ovviamente poi però nel tirare via la corda ci si è incastrata proprio sopra alla placca). Di lì abbiamo proceduto slegati fino alla sella.
Davvero una cresta divertente su un cima dall’aspetto molto elegante, in compagnia di Andrea.