Aran (Becca d’) – Via Carrel

Aran (Becca d’) – Via Carrel
La gita
abo
01/09/2019

Avvicinamento abbastanza comodo seguendo il sentiero balcone fino al colletto q.2350m (decisamente meglio rispetto alla sparata diretta su per i prati che partono da base parete). Il temporale della sera prima ha infradiciato tutto per bene (bella lavata già nei prati per raggiungere l’attacco) e in aggiunta l’esposizione ad W ha fatto sì che non ci fossero neanche speranze di asciugatura.. infatti già lo zoccolo si è rivelato impossibile da superare nel diedrino con chiodo (posto davvero lercio) e siamo quindi passati dalle cenge del camino Palestreri.
Lungo tutta la salita sono attrezzate parecchie soste e si trovano spesso molte varianti (generalmente a chiodi mentre la “retta via” è tutta spittata): sta a chi sale decidere quali tiri unire e quali fare separati. Noi, ad eccezione dell’unione di L1 (rampa verso sx con passaggino impestato in partenza) + L2 (breve traverso per andare alla base della placca con cordone), abbiamo salito tutti i tirelli singolarmente (max 20m), per evitare attriti ed essere sicuri di sentirci. Si può procedere tranquillamente in conserva dopo il camino sprotetto (tratto di sfasciumi davvero instabili e pericolosi, da omicidio colposo se c’è gente sotto) e nel tratto di sfasciumi verdastri dopo al traverso che segue al diedro chiave. Per il resto la roccia lungo i passaggi non è male e ha anche un buon grip, ma fuori dai muri verticali la roba appesa è davvero tanta.
Nonostante l’umido generale e il bagnato marcio dei camini e dei diedri della parte bassa (la placca liscia di IV+/V con cordone colava) dal diedro chiave in su abbiamo trovato tutto asciutto.
Personalmente mi sono piaciuti molto il diedro verdastro e il diedro chiave, con buone prese e degli ottimi incastri di mano in fondo alla fessura; non male anche le ultime 2 placche finali, di cui quella che sbuca in cima davvero per nulla banale ed atletica.
Noi avevamo una corda da 50m usata doppiata e 12 rinvii (ne bastano la metà, l’importante è che siano lunghi e/o allungabili), usato un nut per rinforzare la sosta a fix singolo alla base del diedro verdastro: se si è tranquilli sul grado si riesce benissimo a non integrare, altrimenti qualche nut potrebbe tornare utile. Stesso discorso si può fare per le calzature: io sono salito in scarpe da avvicinamento, prediligendo la comodità, mentre il socio per non avere problemi o sorprese in scarpette comode.

Di nuovo in compagnia di Pietro in versione “Ritenta, sarai più fortunato”: carico a pallettoni dopo la ritirata di 2 settimane fa causa meteo avverso.

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