- Accesso stradale
- Ok
Sentiero-autostrada fino al colle del Gingilos, percorso più accidentato ma sempre indicato per l’anticima, poi ometti e tracce per la vetta del Volakiàs. E qui finisce la parte facile. Poi gli interminabili traversi su ghiaioni instabili, terriccio ed aghi di pino per pendii sempre molto ripidi risultano davvero faticosi, non solo fisicamente. Si ringrazia di poter reperire ogni tanto qualche traccia di capre. Quando dalla zona detta “Mavri Thalassa” (mare nero) si scorge finalmente il promontorio verdeggiante di Papoures, il cuore si allarga, non fosse che però quella non è erba ma un insieme di cespugli spinosi in mezzo ai quali occorre districarsi. E anche il sentiero-mulattiera che con infiniti tornanti porta ad Aghia Roumeli è coperto di sassi instabili. Per noi le cose si sono fatte più difficili per via delle condizioni meteo: partiti con tempo sereno e previsioni buone, già nella tarda mattinata il cielo si è chiuso e poco dopo è iniziato a piovere, seppure debolmente e in modo discontinuo. Troppo tardi per tornare indietro. Ad Aghia Roumeli un’ottima cena e una camera spartana ma pulita per la notte ci hanno rimesso in sesto e resta la grande soddisfazione di aver attraversato una zona fra le più selvagge di Creta. Il fascino di questa terra sta proprio nella grande asprezza e severità dell’ambiente unite a una bellezza a cui è difficile resistere.
Con Alf, senza il quale non potrei fare queste gite.