- Accesso stradale
- Ok
Nella parte bassa siamo saliti inizialmente per cenge e prati (radi ometti) fino ad arrivare alla base di una placconata, dove abbiamo trovato a pochi metri di distanza, quattro chiodi di sosta probabilmente utilizzati per calate di emergenza. Un pò indecisi sul da farsi, scoviamo sulla destra un diedro servito da un chiodo di progressione, che ci porta su terreno più facile. Saliamo a tratti sul filo oppure leggermente a sinistra in parete, fino alla base del passo di IV che superiamo senza troppa eleganza. Arrivati all’arco di roccia risaliamo il suo camino e raggiungiamo un ripiano, rimontiamo un canalino a sinistra piegando al suo termine sulla destra guadagnando un terrazzo; scaliamo una angusta fessura uscendo a destra di un masso incastrato fino a un grosso ripiano. Non convinti del camino ostruito sulla sinistra che continua a scaricare, optiamo per un traverso molto esposto su placca servito da un vecchio friend abbandonato, ma non incastrato (?) che ci resta in mano, e un chiodo poco oltre su un terrazzino, una successiva breve placca ci permette di arrivare ad un grosso ometto. Da questo punto in poi, senza particolari difficoltà, usciamo sugli ultimi metri della via normale e poi finalmente in cima.
Una lunga pausa ci prepara al prossimo obiettivo della giornata, la traversata per cresta dei Torrioni SARI, ma questa è un’altra storia.
Con Francesco.