300m
Difficoltà V/VI/passi VI+.
Linea netta molto impegnativa, con ottime soste. Il sole arriva solo nel tardo pomeriggio.
Seguire la lunga cresta ovest (AD, 1000m circa), a tratti sul filo ma prevalentemente sul versante settentrionale con percorso non obbligato districandosi tra canalini, speroni secondari e placche (I e II con alcuni passi di III).
Nella parte superiore, verso i 3500 m circa, poco a sx del filo di cresta, si giunge ad una placca inclinata sormontata da una barra rocciosa verticale.
Due diedri di 3m ne permettono il superamento: uno sulla dx (V) vicino al filo, oppure, consigliato quello a sx (IV, 2 ch).
Per pietrame piegando in ultimo verso sx si arriva alle rocce sottostanti l’evidentissimo Gran Diedro SW (a sx del quale si nota anche il diedro iniziale di Vallantetic).
Su rocce rotte verso sx ci si porta nel camino alto una decina di metri formato da una gran quinta staccata, sormontata da uno spettacolare arco di roccia. Salito il camino (III+) si raggiunge la gran cengia detritica alla base della parete del Dado. Qui possibilità di bivaccare e di reperire, in genere, uno scolo d’acqua (più o meno esile secondo la stagione) traversando sotto la parete verso nord.
Attaccare (ometto e 1 cuneo di legno) la parete terminale a dx della via Gagliardone (grande lama staccata dalla parete) e c. 15m a sin. di Senza Cuore e 30m da Vallantetic.
- L1) Si sale la lineare fessura diedro, gradinata all’inizio poi verticale e con un paio di strozzature strapiombanti raggiungendo (1 ch in uscita) un comodo terrazzino di sosta alla base di un diedro bagnato ( V/V+ con 2 passi di VI, 30m).
- L2) Si attacca il diedro bagnato salendo una fessura sulla faccia a dx fino ad un gradino. Si traversa a sx nel diedro e si sale la fessura di fondo fin sotto lo strapiombo che ne chiude l’uscita. Se ne esce a dx sfruttando delicatamente dei blocchi incastrati per sostare poi, rientrati a sx, nella profonda spaccatura ( V+/VI, passo VI+, 20m).
- L3) Si segue la fessura dapprima verticale e poi strapiombante, al di sopra della quale si raggiunge un gradino (qui 2 ch di sosta di Giuseppe Gagliardone, del 1935, la cui via proviene da sx per tornare poi a sx, rimasti in posto per la rottura del manico di un martello…). Si prosegue superando uno strapiombo fessurato e poi verticalmente fino ad un successivo gradino ove si sosta (2 ch) V/V+, passo VI-, 30m).
- L4) Si prosegue verticalmente (2 ch di Gagliardone a sx ) fino a due grossi blocchi. Ancora diritti superando una fessura umida, dalla quale, in ultimo, si esce a dx in grande esposizione (1 ch) e quindi per fessura ci si ristabilisce sulla placca abbattuta sommitale andando a sostare su dei blocchi qualche metro oltre (V/V+, tratto VI, 30m).
Rimontando il pendio di detriti in diagonale a sx, con 15 minuti si raggiunge la croce di vetta.
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