






La strada è coperta dalla neve da quota 1.600 m circa, ma il manto è così duro e battuto che ci si cammina sopra anche senza racchette (fra l’altro, buona parte della pista ha di lato una striscia senza neve). Poi, sopra il Caugis, neve ovunque e di nuovo molto dura. Ma vista la ripidezza del pendio sotto la punta Vergia (la “pala” BS, buoni sciatori, dell’itinerario invernale) ci siamo resi conto che probabilmente non è mai agevole risalirlo racchette ai piedi, anche per le scarpate vertiginose che, sotto il pendio, precipitano verso il fondo del vallone. Abbiamo così adoperato i ramponi, raggiungendo la cresta Sud poco sotto la vetta e risalendone le ultime roccette. Siamo poi tornati al Caugis, lasciando ovviamente perdere il Vantacul, data la stagione, percorrendo un tratto del crestone Nordovest e poi scendendo a sinistra (in questa bella giornata di rischio valanghe ai minimi) fino a incontrare la mulattiera del colle Chiot del Cavallo.
(… Ma ‘sta gita alla Vergia dove la metto? L’idea era quella di salire su questa cima con le racchette da neve per proporre su Gulliver un itinerario ad hoc. Però il proposito si è scontrato con l’inverno bislacco e con l’impennata del pendio finale, come attestano le note qui sopra…).
Bello il Caugis semi-sepolto dagli accumuli di neve, bella la “pala” e bellissimo il panorama di vetta, che abbiamo raggiunto, in due, in circa tre ore e mezza con sosta-spuntino all’alpe. E un grazie ai gestori del rifugio Invincibili, il cui sito Internet, nei link degli “Itinerari invernali”, offre un’utilissima foto a distanza che riporta i vari tracciati della zona.