Molto bagnato e scivoloso il sentiero di avvicinamento ma la roccia della via è in discrete condizioni. Inutili 2 mezze corde da 60, basta una doppiata o meglio un’intera da 30/40, dato l’alto rischio di incastri ed attriti che non permette di fare tiri molto lunghi. Abbiamo salito la cresta Valtorrese poi discesi dalla pietraia seguendo gli evidenti ometti e bolli bianchi. Lungo la discesa ho salito la Via degli Ignoti, le braccia lunghe mi permettono di abbattere il grado senza affrontare passi in aderenza in quanto gli appigli abbondano e sono molto generosi. Nel complesso divertente anche se molto discontinua, da vedersi più in ottica alpinistica, un po’ rovinata da nebbia, freddo ed umidità che ci hanno dato tregua solo quanto bastava per salire l’evidente mono tiro: osservando questa breve placca durante la discesa ho immaginato lo sguardo del chiodatore “illuminarsi d’immenso” quando l’ha guardata per la prima volta mentre girava in esplorazione. Le rocce del Casternone, poco più in basso, sono rimaste sempre sotto le nubi. Allego traccia di tutta la ravanata. Con Andrea A. (ghemon).