Valpelline (Colle di) da Valpelline, traversata a Zermatt

Valpelline (Colle di) da Valpelline, traversata a Zermatt
La gita
carlo
5 30/03/2012
Neve (parte superiore gita)
Crosta da rigelo portante
Neve (parte inferiore gita)
Primaverile/trasformata
Equipaggiamento
Scialpinistica

La quinta ed ultima tappa del ” Gran Tour” ci mette un pò alla prova: nella notte si alza un gran vento e il cielo è in parte ingombro di nuvoloni spinti dal vento.
Giovanni rientra al rifugio, Pierfranco ed io proseguiamo solitari nel vallone spazzato dalle raffiche. Il paesaggio è piuttosto desolato, la neve scarsa con tratti ricoperti da sabbia e distese di sastrugi ed ondulazioni varie. Alla base del pendio sotto l’Aosta calziamo i ramponi e con calma saliamo fino al tratto roccioso. Risalita agevole delle catene, al colle c’è vento forte e visibiltà che si va riducendo rapidamente. Comunque senza problemi raggiungiamo la traccia della Haute Route e con una comitiva di americani arriviamo infreddoliti al col de Valpelline.
Sul versante svizzero torna il sereno e l’ambiente favoloso ripaga amopiamente la scarsa qualità della neve, arata da migliaia di passaggi ( Eliski+ Haute Route!). Si arriva a Furi con gli sci.
Scoraggiati dal forte vento in quota, rinunciamo a proseguire per la Monterosa Hutte come da programma e, grazie alla disponibilità degli addetti agli impianti, con mezzi vari ( cabinovia+skilift+motoslitta) arriviamo alle piste per l’Italia e, a gran velocità, scendiamo a Cervinia, dove Giovanni ci attende gentilmente con l’auto recuperata in Valpelline.

Così termina il nostro ” Gran Tour Top Level”, un percorso alternativo alla affollata ” Haute Route Chamonix Zermatt”.
Abbiamo attraversato le favolose montagne della Valle d’Aosta e del Vallese, ripagati per le nostre fatiche dalle emozioni e le gioie che la montagna regala ai suoi adepti.
Resteranno i ricordi di incontri cordiali, di birre fresche al termine delle gite e , soprattutto, di una bella avventura con gli amici Giovanni e Pierfranceso, fedeli e prudenti compagni di questi giorni.
A loro devo un grande e sentito ringraziamento.

Carlo Ravetti

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