Confermo quanto detto da Brusch.
L’abbondante neve tra il primo e secondo tiro è in realtà L2 della relazione.
In molti punti prima di piantare la picca bisogna spaccare il primo strato di ghiaccio vetro misto neve.
Per il terzo tiro l’uscita “invita” a portarsi a sx ma così facendo si finisce su un tratto ripido di neve su prato non proteggibile e dove le picche non tengono…meglio uscire a dx dove è si più verticale ma le picche tengono.
Il quarto e ultimo tiro non è un canale nevoso bensì ghiaccio max 65/70°. Alla fine di questo non è necessario scendere dal sentiero (sconsigliato adesso con tutta la neve che c’è) ma si può scendere comodamente in doppia su cordoni legati ad albero a dx.
Occhio alle corde troppo corte: noi con due da 60 non sono state sufficienti da sosta a sosta e chi proteggeva è dovuto salire un pò per l’ultimo tratto (meno male che avevamo le radioline tanto bistrattate dai puristi…).
Con Tachi e Fabry.
Più che una cascata è stata un’alpinistica…con 2 ore di avvicinamento patagonico.
Grande Fabry alla prima “vera” cascata e grande Tachi motivatore della giornata (la prox volta le chiavi della macchina te le teniamo noi però!).
Un ringraziamento ai numerosi valligiani che al nostro autostop, invece di fermarsi han suonato il clacson e fatto i fari….così 6km a piedi al buio fino al primo Bar di Casteldelfino non ce li ha tolti nessuno….
P.S: se in primavera qualcuno trovasse delle chiavi volskwagen…può contattare “Brusch”!