Il tentativo di portare l’arrampicata “plaisir” in uno dei pricipali “terreni d’avventura” delle Apuane è, ad opinione
dello scrivente, solo parzialmente riuscito. Non è agevole una ripetizione in totale arrampicata libera, nonostante l’ipertrofica chiodatura la roccia in concomitanza del 3° e 4° tiro, dove dimorano i tratti più impegnativi, è davvero inquietante. Si poteva inoltre concedere qualcosa in più alle capacità dei salitori lasciando loro la possibilità di proteggersi dove la natura del terreno concedeva, ad abundantiam, di farlo. Come nei tratti di canale-camino. La superfessura del 10° tiro, poi, è ingiustamente sminuita dal troppo metallo infissole.
Il materiale d’apertura abbandonato in decomposizione ai piedi della parete è più fastidioso e disdicevole dei sovrabbondanti spits.