Uccello (Pizzo d’) – Via Oppio-Colnaghi

Uccello (Pizzo d’) – Via Oppio-Colnaghi
La gita
aski-paco
5 01/07/2020
Accesso stradale
La strada che porta fino al rifugio Donegani, al contrario di quanto riportato in alcune relazioni, è asfaltata e agevol

Via bellissima e impegnativa per la lunghezza e lo sforzo fisico complessivo. Immaginavamo meno difficoltà tecnica: anche i tiri di quarto sono lunghi, continui e faticosi (e da proteggere quasi completamente). I tiri di quinto hanno passaggi molto impegnativi. Necessario padroneggiare ampiamente il grado.

Alcune considerazioni da aggiungere alle relazioni già citate:

– meglio stampare varie relazioni: spesso non sono concordanti e fare la summa tra quelle disponibili può aiutare a fugare dubbi sulla via

– Per chi dorme in tenda: l’ultimo tornante prima del rifugio (un po’ più di 500 metri) ha un parcheggino e oltre una fontana sotto degli alberelli: ottimo posto per tende a patto di smontarle al mattino.

– La via va attaccata presto, se non si è più che confidenti meglio fare in modo di trovarsi all’inizio della ferrata alle prime luci dell’alba

– PORTARE I GUANTI PER LA FERRATA! L’ultima cosa che volete è iniziare questa via con già le vesciche alle mani

– sempre se non si è più che confidenti, la possibilità di pernottare sulla via deve essere presa in considerazione… portare cibo e acqua (almeno 2 litri a testa). Nella prima metà della via le soste sono piuttosto comode (ma uno di solito non ci deve dormire). Un ottimo punto per il bivacco è la sosta di LOTTA CONTINUA, ma anche quella di POTERE ALLE MASSE. Attenzione: oltre questa sosta non vi saranno più punti comodi per molti tiri! Se si avvicina la sera meglio pensare di fermarsi li. Oltre POTERE ALLE MASSE avrete soste scomode mezze appese fino alla fine del lungo camino che termina sul secondo pilastro: qui altra sosta comoda per bivacco (noi abbiamo pernottato lì, a due tiri dalla cresta finale)

– utile una serie completa di friend, compresi i micro, una serie di nut, martello e qualche chiodo. Molti cordini! Le protezioni vanno sempre allungate! Le soste sono tutte a chiodi, talvolta le abbiamo rinforzate.

– il tiro della cosiddetta fessura diedrica (V+) dopo un passo decisamente a destra e leggermente strapiombante (facile) si porta al centro di questa specie di diedro aperto.. noi salendolo ci siamo tenuti ancora leggermente a destra, sul difficile, invece dopo il passo iniziale bisogna spostarsi decisamente a sinistra! Quasi al margine sinistro della fessura diedrica (su questa linea alcuni chiodi)

– molte persone sbagliano nel camino che termina sul secondo pilastro (che noi abbiamo diviso in 3 tiri da 50 metri) perché si fanno tentare da chiodi che vanno verso destra, per poi trovarsi nel diffiicle… Come ha scritto qualcuno la chiave per non cadere in questo errore è SEGUIRE SEMPRE IL CAMINO! Anche se sembra repulsivo, ostico, buio. Anche nel penultimo tiro tenere la direzione, mantenersi al centro del diedro accennato, e spostarsi a destra solo dopo una ventina di metri, quando si è quasi raggiunto lo “spigolo”

– la via presenta roccia discreta, a tratti brutta, tanta roba muove ed è molto facile scaricare pietre sulle cordate sottostanti, inoltre essendo tutti camini le pietre si incanalano e diventa molto difficile evitarle: se siete la prima cordata prestate molta attenzione, se all’attacco vedete che avete davanti 4-5 cordate valutate di rinunciare

– segnalo che in anni recenti avevano attrezzato quasi tutte le soste con due spit, che qualcuno ha successivamente TAGLIATO. Se mai questa persona leggerà questa relazione vorrei dirgli che è un cane rognoso, che l’idiozia del suo gesto mi indigna e mi deprime e che se qualcuno si farà mai male per colpa delle soste a chiodi sarà tutto sulla sua coscienza.

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