Uccello (Pizzo d’) – Via Oppio-Colnaghi

Uccello (Pizzo d’) – Via Oppio-Colnaghi
La gita
steu94
5 20/08/2018

Bellissima, in un ambiente veramente particolare. Da non sottovalutare assolutamente, soprattutto per via della lunghezza. Dalla Cresta di Caprarossa la parete non sembra nulla di che ma quando si arriva all’attacco si viene schiacciati da tutta la sua imponenza.

Accesso: utilissimi dei guanti per scendere lungo i cavi della ferrata (anche questa lunga) per non pelarsi le mani. Per metterci un’ora e mezza da rifugio ad attacco bisogna andare abbastanza veloce. Noi abbiamo impiegato un po’ più di due ore.

Attacco: non ci si può assolutamente sbagliare se si guarda un minimo la parete in precedenza. Chiodo con cordino marcio ancora presente.

Tiri: abbiamo seguito abbastanza fedelmente la relazione postata da Puzzole (ben fatta ma in alcuni tratti un po’ arzigogolata) facendo 19 tiri. Su L1 dopo il primo spigolo salire in una sorta di canalino per poi andare solo alla fine a sx verso la sosta, più a sinistra terreno marcio, poco proteggibile e più duro. Gli unici tiri dove la corda tira troppo anche con i dovuti allungamenti sono L6 ed L8 (su questo o si saltano dei chiodi o si fa sosta prima del traverso verso sinistra per non dover tornare indietro smadonnando a sganciare le corde pizzicate come ho fatto io. Per i restanti tiri se si allunga bene non si hanno grossi problemi. S16 dovrebbe essere su due chiodi con anello molto vicini, non conviene proseguire verso i chiodi successivi perché la sosta non è buona ed è scomoda.

Chiodatura: tutte le soste sono attrezzate a chiodi e abbastanza buone. Alcune sono collegate da cordini marci e si fa fatica a mettere il moschettone. Solo alla sosta di “potere alle masse” unito il chiodo basso ad uno 0.4, l’altro chiodo è troppo distante. Tutti i chiodi sono abbastanza vecchi ma molto buoni, sono nei posti giusti anche se alcuni si vedono poco. Inutile dire che la spittatura è stata “una cagata pazzesca!”.

Roccia: nei primi 4 tiri è abbastanza buona, erba a parte. Nei camini centrali fa un po’ schifo per poi migliorare decisamente da metà via. Nei camini è un po’ viscida a tratti ma se si scala bene in opposizione nessun problema.

Materiale: usato una decina di rinvii (di cui 6 allungabili indispensabili, altrimenti portare molte fettucce e cordini) e una serie di friends da 0.3 a 3 BD (qualche doppio più piccolo potrebbe essere utile ma su alcuni tiri si può anche salire usando solo i chiodi). Nuts a mio avviso inutili. Avevamo comunque un martello (utile ad inizio stagione per ribattere) e dei chiodi per emergenza nello zaino.

Ambiente: ovviamente non abbiamo trovato neve lungo l’avvicinamento. Anche se a nord abbiamo scalato in maglietta fino agli ultimi due tiri. Non abbiamo trovato acqua da nessuna parte.

Discesa: riservare ancora un po’ di energia e di voglia per tornare alla macchina, nel primo tratto ci si può sbagliare se inizia a fare buio (non dimenticare la frontale!!).

Con Eli, che ha tenuto duro nonostante il male ai piedi, ha fatto mezza via in scarpe da avvicinamento seppur da seconda ed è scesa con un ginocchio dolorante.

Link copiato