Trelatete (Aiguille de) cima orientale Via Normale Italiana da la Visaille

Trelatete (Aiguille de) cima orientale Via Normale Italiana da la Visaille
La gita
andreamilano
1 28/06/2020

In alta Val Veny è ancora presente molta neve. Lungo il sentiero per il bivacco Rainetto, si incontra il primo nevaio più o meno a 2600m. Gran faticata pestando neve profonda e cotta fino al bivacco.

Secondo le previsioni meteo, ci saremmo aspettati una notte stellata e di rigelo. Invece di notte non solo è nuvoloso, ma anche piove a tratti. Al mattino, tra le nuvole che aleggiano intorno al Bianco e la neve in condizioni pietose, dobbiamo tirare fuori tutto l’entusiasmo possibile, per incamminarci e salire come consolazione, almeno il Petit Mont Blanc, e/o per fare qualche foto.

Sulla cima del Petit, un leggero entusiasmo di continuare però ritorna. In quanto il canale per scendere sul ghiacciaio è pulito ed agevole, e vediamo alcune tracce verso la Trelatete (probabilmente di chi ha salito la Trelatete qualche giorno fa con gli sci – vedi fb).
Ma la neve sul ghiacciaio, non migliora, ma anzi peggiora. Totale assenza di rigelo e i passi sono sempre più profondi. Intanto un bel cielo nero fa da sfondo sul lato francese, mentre su quello italiano quel poco azzurro si trasforma in nebbia.
Ormai però siamo così vicini che bisogna crederci e continuare.
Saliamo dunque la pala finale con una fatica tipo “calvario” su neve che sembra gelato al fior di latte. Lasciamo la corda in basso, per avere meno peso possibile.
Negli ultimi 100 metri ripidi, la neve nasconde una lastra di vetrato che metro dopo metro diventa sempre più visibile, mentre intanto siamo completamente avvolti dalla nebbia. Arriviamo nel punto dove la pendenza spiana sotto la vetta orientale. Continuare non ha nessun senso, il tempo è diventato pessimo e in vetta avremmo fotografato il nulla.

Quindi, indietro. Cercando di superare questo vetrato orrendo. Scendiamo seguendo le impronte nel biancore opalescente. Più giù, per fortuna si apre un pò, permettendoci di tornare al colletto del Petit Mont Blanc senza problemi.
Discesa fino al Combal senza storia, ne voglia. Fradicio di sudore e con le rane dentro gli scarponi.

Il termine “condizioni di merda”, è già un allegro eufemismo.

Meteo cannato in pieno. Ma questo non è colpa nostra.
Molta la neve presente, a mio avviso non risalente all’inverno passato, ma alle nevicate di giugno. Lo dimostra la pala finale già pelata (forse già a fine maggio) e poi ricoperta da parecchia nuova neve. In queste condizioni, va aggiunto il pericolo di valanghe a pera.
Avremmo potuto superare la parte critica, mettendo una o due viti (che tra l’altro avevamo, ma la corda era giù). Ma andare in cima con quel meteo, non avrebbe avuto alcun senso. Quindi che si possa fottere la cima orientale, la principale e tutto il resto……

Un grazie al compagno Mauro e alla sua marcia in più.

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