concatenato i primi 5 tiri della Brik fino alla “forcella della piantina”, scesi 50 metri a sinistra fino alla targhetta da dove inizia la via in questione, poi salito parte della Brik fino alla fontana Ellena, poi continuato sul dente orientale sulla Via delle Fessure come consigliato dalla monografia.
La Brik percorsa non l’avevo mai fatta, non è malvagia, interessante da fare in scarponi credo;
la Ribetti Dionisi me l’aspettavo più “mistica”, invece è abbastanza chiodata (a volte tratti sprotetti lunghetti), e le soste a spit comunque aiutano psicologicamente; comunque consigliata serie di nut e friends, e fettucce per allungare bene le protezioni. A tratti l’arrampicata è davvero bella ed elegante, a parte il primo traverso in muschio, la roccia è pulita e ottima. Noi abbiamo seguito alla lettera la relazione Motti, mentre la cordata del precedente relatore Beaver nella gita e foto nel suo blog ha seguito una variante credo al secondo tiro, stando sulla lama staccata invece di proseguire diritti. Comunque le varianti possibili sono molte nel secondo e terzo tiro.
Quarto tiro molto bello, bella dulfer e uscita su spigolo.
Quindi qualche saltino della Brik, fontana Ellena e siamo andati a vedere la via delle Fessure; ad un primo tiro sporco, segue una magnifica fessura (V, poi III), utili friend medio-grandi! Fortunatamente poi si stringe.. se fosse lunga il triplo, sarebbe un supertiro. Poi dalla sosta 2 (a spit), non abbiamo seguito la variante Rossa che sale diritto, ma con un passaggio a sinistra abbiamo raggiunto la cengia, uscendo in vetta per un camino (III).
Con Titti e Trilly, giornata troppo calda, ma abbiamo sfruttato appieno la giornata, dopo circa 16 tiri e notevoli trasferimenti per i boschi, abbiamo raggiunto la macchina con ancora un po’ di luce solare.
Au revoir rocce di casa!