Che sfasciume! Montagna tanto bella da vedere quanto brutta e pericolosa da salire: vale la pena solo proprio per il panorama. Dal sentiero non abbiamo trovato la traccia indicata e siamo saliti per canalini di sfasciumi fino all’attacco. Per il secondo di cordata è meglio non stare sotto al diedro-camino perchè la roccia viene via solo a guardarla ed è davvero molto pericolosa (tra l’altro è anche poco integrabile, solo un friend prima del chiodo). Prima sosta su spit e catena. Abbiamo unito il secondo e il terzo tiro: prima parte in camino stretto (con lo zaino non si passa) poco proteggibile, poi chiodo e placca fino al grande buco, quindi cengia ascendente su detriti e placca di sfasciumi fino alla sosta con catena. Roccia davvero malsicura, instabile e pericolosissima (piazzando un friend mi è venuto via un blocco grande come un volante). Attenzione anche per l’ultimo pendio per la cima, poichè la natura rotondeggiante della roccia fa sì che sembri di camminare sulle biglie. Croce (non più ancorata al suolo ondeggia ad ogni folata di vento) enorme e ricoperta di specchietti. Dalla cima occhio alle due calate in doppia, di cui la prima si incastra ben volentieri nel grande buco. Roccia davvero pessima e che frana anche senza toccarla con continue scariche di ghiaia (dovute dal vento credo) lungo il camino, lo dimostra il fatto che mentre scendevo con la seconda doppia un pietra grande come un limone è caduta dall’alto, senza essere mossa da niente o nessuno, e mi ha preso in pieno il casco.
Con Maurizio in questo regno dello sfasciume.