Torre (la) da Moies

Torre (la) da Moies
La gita
andrea81
3 14/09/2019
Accesso stradale
piccolo parcheggio sterrato a Moies, altrimenti poco sotto lungo la strada

Percorso che si può suddividere in tre parti: prima parte su ottimo sentiero per il Colle Sià, in pendenza costante ma mai ripido, prima nel bosco e poi su pascoli (nei pressi della Ca Bianca è presente un gregge di pecore con cani, ma ci sono anche i pastori). Dal Colle Sià lungo falsopiano in leggera discesa, si perde quota ma è davvero dolce quindi anche il ritorno non sarà troppo faticoso fino al pianoro con poco oltre il bivio per il Gran Piano-Balmarossa.
Seconda parte lungo quella che era una delle strade di caccia, abbastanza comoda fino al piccolo Bivacco Giraudo (6 posti un po’ striminziti), dopodichè per un breve tratto il sentiero si perde nella salita del costone erboso, ma poco sopra torna piuttosto evidente; purtroppo la mulattiera in alcuni punti è solo ridotta ad una traccia di sentiero, mentre sopra diventa molto più evidente, e si cammina piuttosto bene fino a quota 3000 m, di fronte ad una parete rocciosa.
Qui inizia la terza parte; seguendo ometti verso sinistra ho continuato cercando di arrivare al Colle della Torre, quasi subito ho affrontato uno schifido pendio di terriccio, e dopo inizia una dorsale di pietrame, relativamente stabile ma piuttosto caotica. Terminata la dorsale per un attimo il terreno migliora, prima dell’infido pendio di terriccio, impossibile da salire perciò mi sono spostato a destra su pietre più grosse, non una di qualunque dimensione che stesse ferma. Rinuncio così di raggiungere il colle e traverso verso destra per portarmi sotto la Torre, grandi ravanamenti tra massi di ogni genere fino a raggiungere il famigerato passaggio chiave della salita, una cengia ascendente non molto lunga e che dà la sensazione di esposizione, non tanto perchè lo sia, quanto perchè la natura del terreno è davvero pessima. Si deve cercare di stare contro le rocce a sinistra cercando qualche appiglio per le mani, perchè per i piedi proprio non c’è nulla di solido. Terminata la cengia si è in cresta a pochi passi dalla cima senza particolari problemi.
Per la discesa, terminata la cengia ho trovato degli ometti che mi hanno condotto direttamente per il pendio sottostante, evitando quindi la pietraia nei pressi del colle. Per un tratto quindi la discesa è stata più agevole tra detriti e ghiaia, puntando alle bancate levigate al fondo del pendio, però in seguito ho dovuto attraversare l’ennesima zona di grossi massi, forse la peggiore di tutta la giornata dove veramente anche i monoliti non erano stabili. Con estrema lentezza sono riuscito ad arrivare sulla “terraferma” e ho proseguito il mio giro puntando alla Piccola Torre, cercando di non perdere quota (vedi apposita relazione).
Ritrovata poi la mulattiera reale, il ritorno seppur lunghetto è stato scorrevole.
Sinceramente non mi sentirei di consigliare questa gita, a meno che uno ci tenga proprio particolarmente… non vale la pena rischiare di farsi male in questo genere di pietraie infami, una delle peggiori che ho incontrato.
In compenso il posto è bellissimo e selvaggio come mi aspettavo.

Ovviamente nessuno in giro, unici incontri al ritorno 3 ragazzi che presumo salissero al bivacco. Giornata finalmente settembrina con cielo limpido fino al primo pomeriggio, poi anche oggi un po’ di nuvolaglia innocua è riuscita a spingersi quassù. Molto caldo ma gradevole.Impiegato 4h15′ a salire (di cui 2h30′ al bivacco) senza correre vista la lunghezza del percorso, nella pietraia si perde tantissimo tempo. Segnale telefonico vodafone solo fino poco oltre il Colle Sià.

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