Tonini (Punta) da Forno Alpi Graie per il Vallone di Sea

Tonini (Punta) da Forno Alpi Graie per il Vallone di Sea
La gita
viper
5 30/07/2016

Un vero viaggio, più che una gita, quello che si compie per raggiungere la Punta Tonini.
Partenza tardo pomeridiana da Forno Alpi Graie per me ed Enrico, e salita al bivacco Soardi – Fassero lungo il bel sentiero 308. Percorrendolo si ha proprio l’impressione di allontanarsi dal mondo civilizzato, e di addentrarsi in un luogo dove il tempo segue solo il ritmo della natura: il Vallone (o regno) di Sea. Che poi non è solo un’impressione: le presenze umane scompaiono entro i primi 15′ di cammino, il cellulare va subito in ombra, e il rumore è solo quello dell’acqua che scorre copiosa nel torrente.
E’ in questo scenario che saliamo, passando sotto le pareti dove vi sono vie d’arrampicata dai nomi mitici, “Specchio di Iside”, “Gandalf”, il “Droide”, che noi possiamo solo guardare dal basso, e pensare ai leggendari rocciatori che negli anni ’80 e ’90 aprivano su quei graniti nuove vie.
Fino al bivacco non ci sono problemi: la vegetazione è un po’ più invadente nei pressi dell’Alpe di Sea, tutto qui.
Bivacco molto confortevole, la luce funziona bene, ci sono coperte in abbondanza e anche provviste e bombolette di gas di emergenza.
Da Forno al bivacco 8,48 km, ci abbiamo messo 3 h.
Il sabato siamo partiti per la Punta Tonini: si devono perdere circa 50 metri di dislivello per agganciare la traccia. Gli ometti da seguire non sono quelli immediatamente sulla dx (che portano all’acqua), ma altri un po’ più spostati sulla sx, che con un diagonale riportano al sentiero 308. Da qui in su in realtà si tratta di un’esile traccia, che scompare spesso tra le pietraie, ma che è comunque segnalata da ometti.
A 2430 metri abbiamo messo piede sul primo nevaio, che si deve passare obbligatoriamente: serve almeno una piccozza per maggior sicurezza, se non si vogliono portare i ramponi (che non servono più nel resto dell’ascensione). Passato il nevaio, saranno 30 metri di dislivello, si reperiscono nuovamente gli ometti e si riattaccano le pietraie. Un pendio più ripido, dove si costeggia sulla dx un altro nevaio, porta ad un falsopiano (all’inizio del quale vi è un ometto e un mark in rosso – 2690 m). Lo si percorre tutto puntando ad una fascia rocciosa da cui scendono delle cascatelle: in questo tratto abbiamo potuto sfruttare i resti del ghiacciaio di Sea, comodi nevai che agevolano la progressione. Occorre solo un po’ di attenzione nei punti dove affiora il ghiaccio.
Superata la fascia rocciosa si è in vista del colle: anche in questi ultimi 200 metri abbiamo sfruttato i nevai ancora presenti per procedere meglio ed evitarci il più possibile gli sfasciumi (neve ben portante anche al ritorno).
Dal Colle svolta a sinistra verso la Tonini: per sommi capi occorre salire un primo tratto sul lato italiano, raggiungere un colletto dove vi è un grosso ometto naturale, poi proseguire sulla cresta fin dove si impenna (qualche punto dove si usano le mani), e lì passare sul lato francese. Si traversa su placche, con un po’ di attenzione al detrito che le cosparge, puntando verso un secondo colletto: da qui si individua una traccia che porta i vetta, aggirando l’ultimo torrione sul versante italiano.
Siamo arrivati in vetta alle 9:23, in 3 h: 5′ (4,5 km).
Panorama eccezionale, con l’attenzione ovviamente catturata dalla Nord della Ciamarella, ormai in sofferenza. Tutto intorno le cime del Cirque des Evettes, e sullo sfondo la Valle della Maurienne.
Rientro fotocopia dell’andata, davvero interminabile, ma sempre allietato dalla bellezza di questi luoghi selvaggi.

Gita nata quasi per caso, ne avevamo parlato più volte ma non si era mai concretizzata. Finalmente abbiamo trovato il tempo per svolgerla, ed è stato ben speso. Non fatevi intimorire dall’aspetto repulsivo, causa sfasciumi, della Punta Tonini vista dal colle: è meno faticosa di quanto appaia e ne vale la pena.
Viaggio consigliato agli amanti del genere gran mazzo + wilderness + pizzico di alpinismo facile. E magari delle Valli di Lanzo…come Enrico, che mette sempre passione ed entusiasmo quando ne percorriamo gli anfratti più remoti!

PS: nei prossimi gg inserirò traccia GPS.

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