Tacul (Pyramide du), Cresta Est – Via Ottoz-Grivel-Croux

Tacul (Pyramide du), Cresta Est – Via Ottoz-Grivel-Croux
La gita
giovanni-bonino
4 20/06/2022
Accesso stradale
autostrada A5 fino Courmayeur

La neve sul ghiacciaio era già molle alle 8, appena scesi da P.Helbronner. La crepaccia terminale ieri era praticabile, con qualche cautela (legati), anche se si presentava con i bordi di neve marcia, creando qualche imbarazzo; al ritorno abbiamo preferito fare una doppia lunga dall’ultimo ancoraggio per superarla in sicurezza. Gli zaini si lasciano sulle terrazze alla base, tanto le calate in doppia sono attrezzate per riportarsi all’attacco. Il canale dal quale si raggiunge l’attacco di sinistra sembra che abbia scaricato bene (visibili slavine alla base), ma si sentono comunque scricchiolii dei seracchi ed ogni tanto scariche di sassi: meglio non farci un pic nic. Chiodi pochini, a parte le soste attrezzate, e questo per le nostre (viziose) abitudini alle vie a spit, può creare incertezze, più che altro di percorso, anche se le difficoltà tecniche non superano il 5b. Portarsi friend, nuts (anche se noi ne abbiamo usati solo uno per qualità, dato che sul passaggio un po’ più impegnativo c’era quello che serviva); ottime opportunità di sfruttare gli spuntoni e le clessidre con cordini e fettucce, data la conformazione della roccia. Abbiamo fatto la discesa lungo gli ancoraggi predisposti meritoriamente dalla guide su spit, sulla parete a sinistra (salendo) della cresta dove passa la via. Visto che sia la via stessa (sulla quale è altresì possibile calarsi) sia la parete sono piuttosto articolate e non propriamente verticali, l’eventualità di incastrarne qualcuna è piuttosto seria. Visto che la frequenza degli ancoraggi lo consente, abbiamo scelto di fare doppie da 30 metri, per evitarlo, ed infatti le abbiamo recuperate tutte senza problemi. Se si è un po’ svelti ad attrezzarle, mentre l’altro ritira la precedente, lo consiglio decisamente. Tutte su ottimi anelli di acciaio e catene spittate (a parte forse la prima). Per l’avvicinamento, meglio seguire (come abbiamo fatto noi all’andata e come suggerisce anche la vecchia guida grigia del CAI di Chabod e Buscaini) la pista che punta verso il Col di Midi, assai più diretta dell’altra, che con un lungo arco verso sinistra porta fin sotto il Capucin, per evitare i crepacci (e che abbiamo un po’ infelicemente scelto di seguire al ritorno, perdendoci un po’ troppo tempo). I crepacci ci sono su entrambi i percorsi (in genere ad essi perpendicolari), e conviene ovviamente legarsi. Con l’attuale orario delle funivie (la prima parte alle 7,30 da C. e l’ultima a scendere da P. Helbronner appena alle 16,30) i tempi per portare a casa la vetta sono un po’ stretti, considerato che la Pyramide è uno dei satelliti più lontani da raggiungere. Con il nuovo orario probabilmente ci sarà molto più margine.
P.S. Recuperata una corda sulla prima calata sotto la punta. Chiamare 333.9396193 (Mauro)

Giornata magnifica, ambiente ovviamente sontuoso e splendido granito. Con il mio vecchio compagno Mauro, da queste parti insieme ancora una volta a distanza di 30 anni giusti dal Dente e la cresta di Rochefort (e qualcosa altro nel mezzo, specie lui..). Abbiamo virilmente gestito l’inconveniente dell’ultima funivia persa per poche decine di minuti (quella delle 16,30), fermandoci a dormire al Torino, non senza avere prima doverosamente consumato, di fronte allo scenario leggendario della Brenva al tramonto, un imprecisato numero di birre a scopo terapeutico, per curare una grave forma di disidratazione (che si dice pericolosissima negli anziani ultrasessantenni) dopo avere abilmente rassicurato colleghi e familiari sulle nostre sorti, e faticosamente conseguito l’indulgenza plenaria per la mezza giornata di ritardo nel compimento dei doveri professionali e familiari….

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