Salita di ripiego, siccome la cresta al confine con la Svizzera a cui eravamo diretti era forse l’unica cima in tutto l’arco alpino a non essere baciata dal sole bensì abbracciata dalla tormenta… Quindi, vista anche l’ora che non permetteva ormai nulla in quota, sono tornato a questa parete, dopo 8 anni, e direi abbastanza fuori stagione. Ammetto di aver salito la via con un po’ di delusione dal ripiego, tuttavia debbo dire che merita di essere percorsa, in quanto qualche tratto carino c’è (anche se l’erba limitrofa disturba l’eleganza della parete). Ho trovato illogico il muretto boulderoso per arrivare all’ultima sosta ma credo fosse un po’ una scelta obbligata (l’uscita originale non so se fosse quella). Importante scegliere bene la sosta di calata. Quando si arriva a fine via, faccia a monte, si trovano tre soste: una a dx (da non usare), una sulla sx di uno speroncino (non usata ma immagino vada bene), una circa 4 metri ancora più a sx dopo un traverso su erba (usata quella, che con una prima doppia fatta su una sola mezza corda riporta esattamente – sulla verticale – alla penultima sosta). Da lì in poi con due doppie si è a terra. Con Manu.