
Dal rifugio addentrarsi nella valle in direzione del ghiacciaio seguendo dapprima i segnavia (attenzione a non seguire quelli a sinistra che portano al passo) e poi, se si riesce a distinguerli, gli ometti che portano fino al ghiacciaio. Risalire quindi facilmente e lungamente il ghiacciaio spostandosi progressivamente da sinistra a destra in direzione dei seracchi ben visibili.
Tenersi a questo punto a sinistra dei seracchi avvicinandosi al fianco un po’ dirupato della montagna e seguirne inizialmente l’andamento lungo una specie di scivolo diagonale da sinistra verso destra, poi addentrarsi nel canale che ora sale diritto in direzione dell’evidente seracco sommitale (qualche passo di facile arrampicata, una breve cascata di ghiaccio e poi canale nevoso a 45°).
Risalendo il canale si scopre, decisamente a sinistra, un grosso intaglio nel fianco della montagna, non visibile dal basso, dal quale emerge un’evidente cascata di ghiaccio. Scalarla spostandosi da sinistra verso destra (80-85°) per infilarsi in un budello di ghiaccio largo pochi metri dove la pendenza si riduce (60°) e la qualità del ghiaccio migliora. Risalirlo fino al suo termine sbucando su un ampio pendio nevoso che, con un centinaio di metri di dislivello a 40°, porta al comodissimo colletto tra la Punta della Speranza a sinistra e il Disgrazia a destra. In pochi minuti di cammino si tocca la cima della Punta della Speranza.
Per la discesa portarsi sulla cresta est in direzione dell’evidente passo che separa la Punta della Speranza dal Pizzo Cassandra. Discenderla inizialmente sul filo, alternando neve e roccia, per poi portarsi più in basso sul fianco in ombra della montagna e, con lunghi traversi senza perdere molta quota, dirigersi verso il Passo Cassandra.
Abbassarsi poi decisamente per ripidi pendii nevosi fino a giungere sul ghiacciaio del Ventina a poche centinaia di metri dalla crepaccia terminale posta sotto il Passo Cassandra. Da qui scendere lungo il ghiacciaio tenendosi inizialmente a sinistra dei primi grandi crepacci, e più in basso trovando un percorso a zig zag tra i successivi, fino a ricollegarsi alla traccia di salita.
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