Aggiungo la gita più che altro per raccontare del bellissimo itinerario seguito al rientro: salgo come da relazione fino al laghetto Crot, che aggiro sulla sinistra, quindi prendo a salire portandomi a destra fino al colletto e da qui guadagno la cima senza problemi, evitando le macchie di neve ancora presenti (a volte dura, altre sfondosa). Scendendo mi tengo a destra e raggiungo uno stretto punto di valico dove il sentiero 217 (direzione Colle delle Pariate) abbandona il vallone che avevo percorso in salita e scende in un valloncello che sale incuneandosi tra la Punta delle Serene e le Rocce le Pariate. Lo imbocco verso il Colle delle Pariate ma lo abbandono quasi subito, riprendendo a scendere senza puntare a raggiungere il fondo dello stesso (incassato e con grossi blocchi) ma tenendomi sull’erboso lato sinistro idrografico, a mezza costa, seguendo vaghissime tracce di animali. Raggiungo un pulpito a quota 2250m circa e subito dopo attraverso il valloncello, puntando all’Alpe Pontat 2200m circa. Da qui in giù si percorre il sentiero che veniva utilizzato per raggiungere gli alpeggi collocati nel bacino glaciale del Servin, relativamente evidente per l’ampiezza che doveva avere un tempo (ora molto poco battuto e insidiato dalla vegetazione lussureggiante), toccando gli alpeggi Rocceta e Roc Piat e raggiungendo infine la frazione Fre.
Bellissimo scendere lungo il Vallone del Pontat, estremamente selvaggio e impervio, che ti conquista con il suo fascino per l’ignoto. Consiglio i pantaloni lunghi e un po’ di attenzione per non perdere la via.