Sella (Piz) dalla Diga di Campo Moro, discesa per il Ghiacciaio di Fellaria

Sella (Piz) dalla Diga di Campo Moro, discesa per il Ghiacciaio di Fellaria
La gita
andreamilano
4 04/04/2021
Accesso stradale
Strada pulita fino a Campo Moro.
Osservazioni
Nessuno
Neve (parte superiore gita)
Crosta da vento/sastrugi
Neve (parte inferiore gita)
Primaverile/trasformata
Quota neve m
1800
Equipaggiamento
Scialpinistica

Siamo stati tre giorni in montagna pernottando due notti nell’invernale del rifugio Marinelli.

Siamo partiti senza meta precisa, in quanto avremmo voluto valutare sul posto le condizioni delle montagne “a occhio”.

Ad ogni modo, io ho salito il Piz Sella al posto dello Zupò. Mentre i miei due compari hanno salito il Roseg per il canalone Marinelli al posto del canalone Folatti non in condizioni.

Si parte subito su neve da Campo Moro. Bisogna fare alcuni togli e metti sotto il Sasso Moro, ma poi la neve diventa continua.
Il primo giorno faceva abbastanza caldo, e a sud la neve ha avuto un bel remollo, poi le temperature sono scese, e soprattutto sul ghiacciaio di Scerscen superiore è sempre stato ventilato e gelido.

Fondo quasi sempre duro o peggio con sastrughi. La salita al Piz Sella, sebbene non difficile, ha richiesto l’uso di picca e ramponi per superare una parte in piedi e ghiacciata. Chiaramente indispensabili i rampanti in vari punti del percorso.

Più bella invece la discesa a Campo Moro attraverso il passo Marinelli superiore e il ghiacciaio di Fellaria. Tra i 2900 ed i 2000 posso dire di aver “quasi” goduto la sciata.

Raggiunto il Lago di Gera però, vengono le magagne.
La stradina che costeggia il lato est del lago è innevata e ghiacciata. Io sono riuscito a farmela tutta sci ai piedi, ma con molto rischio. Gli altri due hanno preferito, più saggiamente proseguire con picca e ramponi.

L’attraversamento del lago non è più possibile in quanto è in disgelo.

Con Fabio e Demis

La scelta di dilatare la gita in tre giorni è stata fine a se stessa e per puro piacere.

Le due notti nell’invernale sono passate velocemente e piacevolmente tra scoregge, bestemmie e scherzi da caserma. Il rancio è pessimo, ma il morale è alto.

Incontrati due svizzeri al bivacco Parravicini in procinto di fare il Bernina da sud.
Provengono dal Corvatsch, in piena attività sciistica e turistica; e mi fanno capire che oltreconfine la parola “lockdown” non esiste nel loro vocabolario.
Domenica visti anche due puntini verso il Bivacco Pansera. Molti sullo Scalino.

Per chi interessato, l’invernale del Carate Brianza è chiuso, mentre quello del Marinelli e del Marco e Rosa sono aperti.

L’invernale del Marinelli è ormai ridotto alla solita stanza con stufa a legna e sei brande con coperte. L’accesso alla camerata superiore, non è più possibile.

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