Saliti in eMtb fino al fondo del Pian della Sula, si poteva salire ancora ma un pedale del socio ha deciso di averne abbastanza e di staccarsi. Da lì avvicinamento ancora abbastanza lunghetto fino al colletto, passando dal bel lago del Praiet. Nella prima parte la roccia è semplicemente senza senso: gneiss migmatitico chiaro con forme e concrezioni spettacolari. Il primo torrione più verticale si può salire sia in diedro sulla dx (IV-) che in placca a sx (IV, ch.). Dal gendarme noto come “gendarme in frana” (nomen omen) la roccia peggiora un po’. Volendo il gendarme chiave è facilmente aggirabile a sx, altrimenti si sale per una bella e delicata placca sulla dx del ch. presente (comunque è un passaggio molto breve). Materiale usato: corda da 30m, qualche friend medio-grande, 3-4 rinvii, fettucce. Dalla cima abbiamo proseguito lungo la cresta est per scendere direttamente al colletto st. Robert: tratto iniziale delicato in discesa (volendo evitabile con una doppia che obbliga poi ad un traverso esposto), poi crestina davvero affilata fino a prendere una traccia sul versante SE che taglia qualche decina di metri sotto il filo e con un traverso espostissimo porta al colletto (qualche ometto): assolutamente da evitare con terreno scivoloso. Discesa dal colletto abbastanza penible, poi un attimo di respiro nella zona del ghiacciaietto sotto la Roccati e poi altro canale marcio per riprendere il sentiero che porta al Soria. Santa bici che ci ha agevolato la discesa fino a S. Giacomo.
Con Marco in versione Contador.