Rutor (Testa del) da Bonne

Rutor (Testa del) da Bonne
La gita
gondolin
2 19/03/2022
Accesso stradale
In auto sino alla partenza della poderale a quota 1.840 m
Osservazioni
Nessuno
Neve (parte superiore gita)
Crosta da rigelo portante
Neve (parte inferiore gita)
Bagnata
Quota neve m
1700
Equipaggiamento
Scialpinistica
Traccia GPX

Le temperature si rivelano subito decisamente più alte di quanto pronosticato dalle previsioni meteo e, complici le velature altalenanti sino ad oltre quota 3.000, renderanno la salita odierna alquanto faticosa. Siamo partiti dalla poderale praticamente con gli sci ai piedi, giusto un pò di metri scoperti all’inizio ed un paio di brevi interruzioni, poi neve continua sino all’Alpe Botza. Da qui abbiamo proseguito tenendoci a sud degli alpeggi dell’Arp Vieille, poi intorno a quota 2.320 abbiamo cominciato a salire in direzione nord/nord-ovest, costeggiando il piccolo specchio d’acqua formato dal torrente Arp Vielle, sino ad imboccare l’ampio vallone che adduce al canale che permette di accedere al ghiacciaio del Morion: intorno a quota 2.970 abbiamo messo gli sci in spalla per risalire gli ultimi 100 metri del canale, troppo ripidi ed angusti da percorrere sci ai piedi (ramponi consigliati, oggi non indispensabili per la presenza di ottime peste e l’assenza di ghiaccio). Una volta raggiunta l’ampia costa che lambisce il ghiacciaio del Morion abbiamo proseguito in direzione nord sino a portarci al di sotto dell’ultimo ripido pendio sottostante la Testa del Rutor. Intorno a quota 3.400 m abbiamo calzato i ramponi e, sci in spalla, abbiamo guadagnato la vetta.
Dopo le foto ed il cambio di assetto decidiamo di scendere sci ai piedi dalla vetta, dal pendio adiacente a quello di salita in direzione nord: la pendenza è superiore ai 40 gradi, ed il manto nevoso è di pessima qualità, vi sono ampie “scalettature” con sbalzi anche di 40/50 cm, tratti di neve crostosa si alternano a tratti di neve marcia oppure molto dura, infine qua e la affiora anche qualche pietra. Ci troviamo così a scendere derapando con grande circospezione per circa 50 m, sino a riuscire ad obliquare verso sud sul pendio risalito a piedi, dove una minore esposizione ed una neve leggermente migliore concedevano qualche curva saltata in maggiore sicurezza fino a ritornare al punto in cui avevamo tolto gli sci per salire in vetta. Fino a quota 3.050 circa si scia su crosta non portante in corso di trasformazione, non molto bella ma comunque piacevolmente sciabile a curve ampie, sono sufficienti un pò di decisione ed un pò di circospezione. Al di sotto di questa quota decidiamo di non percorrere il canale di salita, bensì di transitare nella zona del Rifugio degli Angeli: 250 m di dislivello di neve davvero di pessima qualità, crosta non portante in fase di rigelo con neve umida sottostante, si scia solo per perdere quota e salvaguardare le ginocchia. Al di sotto del rifugio fino a quota 2.300 m. troviamo neve trasformata decisamente bella, che ci offre la migliore sciata della gita. Dopo la qualità della neve peggiora un pò, talvolta è particolarmente “sfondosa” e cedevole, anche a causa dell’ora tarda, ma si trovano qua e la ancora tratti abbastanza sciabili, a patto di stare leggeri e tenere le punte degli sci sempre rivolte a valle. Dall’Alpe Botza la comoda stradina consente alle gambe orami stanche di rilassarsi e ci deposita sci ai piedi a poca distanza dall’auto.

Oggi in ottima compagnia del Confratello Andrea L’Arpitano, promotore della gita, e dell’amico Carlo: salita dal sapore alpinistico, piuttosto lunga anche a causa dei due cambi di assetto necessari in salita, ma di grande soddisfazione. Dalla tarda mattinata le velature del cielo sono cessate, e ci hanno regalato ambiente e panorami splendidi, peccato solo per la qualità non eccelsa della neve per lunghi tratti, che ha inciso sulla piacevolezza della sciata, però nel complesso è stata una splendida giornata di montagna. Dopo la gita abbiamo gustato un ottimo rosti, accompagnato da consoni apporti di birra, indispensabili per reintegrare calorie e liquidi spesi, alla Brasserie de L’Aouille di Valgrisenche.

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