La prima parte dell’itinerario è condivisa con quella per il passo della Losetta e termina verso la fine dell’ameno pianoro del vallone di Soustra. Qui una labile traccia si dirama verso sinistra risalendo il ripido pendio e conducendo al solitario e selvaggio vallone di Bonaforte. Da qui in poi non ho trovato più né abbozzi di sentieri né ometti, per cui occorre salire a vista. Dopo una zona semi-pianeggiante intorno ai 2500 m si affronta la ripida salita sempre nei pressi del rio Bonaforte che conduce a un secondo pianoro a quota 2800 m circa a cui fa seguito un terzo poco sopra (circa 2900 metri) (qui mi sono diretto verso le evidenti rocce affioranti sulla destra e le ho poi aggirate sulla sinistra). A questo punto le distese prative lasciano posto a una pietraia che conduce al colle Ruine e all’omonimo monte. Quest’ultimo strappo piuttosto ripido è il pezzo più impegnativo perché il terreno è alquanto franoso e instabile a causa degli sfasciumi mobili. Ho rimontato il pendio partendo da poco sotto il colle Ruine (lato italiano) e cercando di mantenermi vicino alla evidente cresta di lastroni ancorati alla montagna.
Escursione impegnativa ma spettacolare, soprattutto per la visuale sulla severa e ardita parete nord-ovest del Monviso. Un itinerario spesso dimenticato ma che merita di essere riscoperto, specie per chi ama i terreni meno battuti e più selvaggi