Ruetas (Monte) Couloir NE

Ruetas (Monte) Couloir NE
La gita
abo
08/02/2020

Gran bel couloir, da tempo studiato e portato a casa in condizioni tutt’altro che semplici. Avvicinamento al col del Pis veloce e scorrevole su neve portante. Discesa nel vallone retrostante abbastanza delicata su neve stile “cemento spolverato al quarzo”, da stare perennemente aggrappati alle lamine.. meno male che pende poco. Il couloir è ben evidente appena si gira attorno al Ruetas e la colata iniziale è ben visibile già da sotto. Conoide facile in neve portante. Condizioni della colata di ghiaccio non buone a cause di ghiaccio spaccoso, molto duro con crosta superficiale fastidiosa e continuo spindrift. Dopo un primo tentativo a testa abbiamo deciso di provare a salire senza zaini e non carichi come muli e finalmente sono riuscito a venire a capo del tratto verticale sotto un soffocante spindrift. Secondo tiro a Marco che con stoica compostezza si tira tutta la lunghezza sotto alla doccia di neve dello spindrift, che in questo punto si prende in pieno. Il terzo risalto è facile ma il ghiaccio anche qui crostoso ha suggerito a Marco di “inventare” una sosta a chiodi sulle rocce di sx. Avendo perso un mucchio di tempo sulla colata tra i vari tentativi e a recuperare gli zaini appena siamo sbucati nel canale superiore ho impostato la modalità “testa bassa e pedalare” e in 40min eravamo al sole sopra la cornice, con i 300m di canale alle spalle. Neve perfetta per la salita: giù di mezza scarpa in farinella riportata, le pendenze così non si sentono e i polpacci prendono fiato. Ultimo tratto di cresta nord su neve dura e poi finalmente cima con le ombre che già si allungano. Grazie alle temperature rigide e alla neve dura siamo scesi lungo il pendio SW (io in sci e marco in ramponi) fino al colle del morefreddo e poi lì con un lungo traverso siamo rientrati nella zona dello skilift Belotte. Da lì in giù neve brutta da sciare ma comodo rientro all’auto su percorsi noti e tranquilli.

Bella avventura didattica e frizzante, in compagnia dell’insostituibile Marco.

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