- Accesso stradale
- Strada pulita
- Osservazioni
- Osservato fratture nel manto
- Neve (parte superiore gita)
- Crosta da rigelo portante
- Neve (parte inferiore gita)
- Crosta da rigelo portante
- Quota neve m
- 1600
Si parte con gli sci ai piedi praticamente da Piamprato ma poi per seguire il percorso classico e non avventurarsi sui ripidi canali di valanga bisogna portarli sulle spalle per circa 500 metri di dislivello. Da quota 2.100 circa il manto nevoso è continuo e si sale senza problemi fino a quota 2.900 dove la pendenza si fa sempre più sostenuta e per progredire in sicurezza è meglio avere i rampant. Da quota 3.000 fino al colletto a quota 3.048 dove si conclude lo scialpinismo e inizia l’alpinismo sono consigliati i ramponi. La salita alla vetta è ben più impegnativa di quanto relazionato su questo sito anche se noi l’abbiamo affrontata sotto una nevicata via via più fitta e con visibilità non ottimale. Nelle condizioni attuali si procede su misto abbastanza insidioso con piccozza e ramponi e in alcuni tratti occorre arrampicare. Scarse le possibilità di assicurarsi. Il passaggio definito di II grado noi lo abbiamo valutato superiore. Alla quota altimetrica di 3.118, quando mancavano meno di 50 metri dalla croce che vedevamo tra la nebbia e con meno di metà cresta ancora da percorrere, abbiamo deciso di tornare indietro. Considerata la nostra lentezza nella progressione e la nevicata in corso abbiamo adottato la scelta della prudenza e, con molta cautela, siamo tornati al colletto dove avevamo lasciato gli sci. Discesa con neve di ogni tipo e prevalenza di crosta da rigelo. Visibilità migliorata da quota 3.000 in giù e qualche tratto divertente su neve trasformata soprattutto sotto i 2.200 metri. Per canalini e lingue di neve sempre molto esili si torna ancora al parcheggio di Piamprato con gli s i ai piedi. Con Matteo e Luca.