Roisetta (Mont, Punta Sud) da Cheneil

Roisetta (Mont, Punta Sud) da Cheneil
La gita
marcestonex
5 28/02/2020
Accesso stradale
Posteggi abbondanti sotto Cheneil
Osservazioni
Nessuno
Neve (parte superiore gita)
Polverosa
Neve (parte inferiore gita)
Polverosa pesante
Quota neve m
1500

Scrivo questa relazione, come quasi tutte quelle antecedenti al 2021, nel 2023, quindi direi che ormai le condizioni di come era allora importano poco e niente. Però, a questa gita sfortunata tengo in particolar modo, forse perché è anche stata una delle mie prime esperienze da solo su terreni così: magari ora la vedrei banale, ma allora era stata qualcosa di magico, ed avevo scritto a riguardo di getto qualcosa che riporterò qua sotto, se mai qualcuno avesse voglia di leggere la bella esperienza di un 21enne alle prime armi 😄

Qualcuno sa come si montano le catene? Diciamo che avendo una Fiat Punto senza ruote da neve ed essendo nevicato tutto il giorno precedente, sarebbe stata una domanda da porre prima di partire, e non in piena curva cieca sulla strada innevata per Cheneil. Ma in fondo è andata come è andata, ed in soli 45 minuti tolti dalla nostra gita io, Ricky e Bea siamo diventati finalmente uomini (e donne) a tutti gli effetti. Dopo 3.30 ore tra macchina e catene arriviamo all’attacco del sentiero: la nostra folle idea è quella di andare sul Monte Roisetta, 3300 e passa metri, con soli 1200 mt di dislivello, ciaspole e ramponi ai piedi, e mezzo metro di neve fresca poggiata su uno strato ben solido di ghiaccio. Per non parlare del canale di 300 metri per arrivare a metà del percorso. Ma i problemi iniziano ben prima del canale, esattamente quando scopriamo che la mia macchina mangia oggetti ha colpito ancora, fagocitando per sempre i calzettoni di Rick. Il quale salirà con calzini ben più adatti ad una gita di un tedesco in sandali al mare che ad un’escursione invernale in montagna. In ogni caso, riusciamo a partire per la nostra impresa alpinistica, e ben presto ci accorgiamo che, nonostante siano già le 10.30, nessuno sembra aver osato provare a salire da quella parte. Prendo celermente il posto di Rick a battere la traccia, in quanto le sue ciaspole non sembrano essere troppo a loro agio con il ghiaccio sottostante la neve, ed il mazzo è veramente notevole. Il sentiero prosegue in costa ma con la neve inclinata a 45°, e dopo mezz’ora di cammino mi ritrovo ad avere la muscolatura della gamba sinistra degna di quella di Ronaldo. Vediamo finalmente da lontano il canale di neve: graziosissime cascate di ghiaccio ai lati di quest’ultimo stanno scaricando stalattiti a più non posso proprio li in mezzo. Ormai perso il sentiero, ci fermiamo a mezzogiorno per mangiare qualcosa, e guardando le condizioni in cui versa il nostro amico canale decidiamo all’unanimità di tornare indietro, non prima di aver giurato vendetta al Monte con appuntamento quest’estate. Tornati al punto di partenza, optiamo per arrivare fino ad un colle dalla parte opposta della vallata, ma anche qui il fato non ci arride: giunti quasi all’arrivo, ci rendiamo conto che ormai è troppo tardi per proseguire, dato che sono quasi le 16 e abbiamo ancora quelle leggerissime 3 orette di macchina per tornare a Genova. Arriviamo alla macchina dopo 800 mt di dislivello positivo senza aver raggiunto assolutamente niente e, per quanto mi riguarda, una gamba da sostituire. Per lo meno riusciamo a smontare le catene alla prima. Ringraziando il cielo che Beatrice ha preso recentemente la patente, la faccio guidare per metà del percorso di ritorno, dopo che aveva insistito più volte (sono abbastanza convinto non se l’aspettasse). Eppure, nonostante non abbiamo concluso un granché in questa giornata, rimane una delle escursioni più belle che io ricordi di aver fatto, sarà l’ottima compagnia dei miei due compagni di scalata, sarà il fatto che mi sentivo come Simone Moro che torna indietro dal Nanga Parbat a 200 mt dalla vetta. Perché alla fine non è sempre importante raggiungere l’obiettivo, a volte è bello abbandonarsi all’evolversi degli eventi e vedere cosa succede, e un mix di (dis)avventure come oggi raramente accade. E il Monte è comunque sempre li che ci aspetta, maledetto.

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