Rochefort (Aiguille e Dome de) Cresta di Rochefort

Rochefort (Aiguille e Dome de) Cresta di Rochefort
La gita
ste_6962
5 21/08/2018

saliti il 20 agosto al Rifugio Torino e compiuto una perlustrazione sul ghiacciaio a controllare lo stato della crepaccia terminale e del canalino iniziale che porta verso la Gengiva, e le condizioni ci sono apparse subito decisamente buone, la terminale si passa ancora senza problemi e il pendio roccioso soprastante è completamente asciutto. Partiti decisamente presto dal rifugio (21/8) per poter salire con calma e non avere cordate davanti e sopra di noi almeno nel tratto che precede l’arrivo alla Gengiva. Saliti con le pile frontali sul ghiacciaio, superata senza problemi la crepaccia terminale, siamo poi saliti su terreno abbastanza solido e roccia complessivamente buona, con vari passi di I e II (al buio, nonostante gli ometti, non è sempre facile trovare l’itinerario più agevole e corretto), arrivati alla Gengiva alle prime luci dell’alba, e lo spettacolo che si è aperto davanti ai nostri occhi è stato indescrivibile come potete facilmente immaginare! Tutto il tratto sopra la crepaccia terminale fino alla Gengiva è stato salito senza ramponi, roccia e terreno asciutti. Dalla Gengiva, nuovamente muniti di picca e ramponi, abbiamo “abbordato” la famosa “cresta di Rochefort”, il primo tratto era ghiacciato, ma essendo presente una buona traccia sul filo di cresta si passava bene (con la dovuta attenzione naturalmente!). La cresta si presenta subito affilata ed aerea, entusiasmante camminare sopra questo esile filo nevoso, si segue la traccia su neve molto dura e in qualche tratto ghiacciata, sempre grande esposizione e alcuni tratti sono proprio “da brivido”! Scavalcato un tratto roccioso, facile ma non banale da percorrere con i ramponi ai piedi, siamo arrivati alla quota 3933 m dove è presente un ottimo ancoraggio (utilizzato per scendere il ripido pendio nevoso), e proseguito sempre sul filo fino a dove la neve si esaurisce. Qui si sale su terreno abbastanza solido, facendo attenzione ad alcuni grossi pietroni mobili che vanno maneggiati con cura. La paretina finale ha offerto un’arrampicata piacevole e divertente, con passi di III su roccia solida, a parte gli ultimi metri verso l’uscita che richiedono attenzione a non muovere nulla, sono presenti degli ottimi ancoraggi sul posto (che tornano decisamente utili, anche per la discesa). Noi siamo saliti in vetta in 4.30 ore dal Rifugio Torino al netto di qualche pausa “fotografica”, e in discesa circa 4 ore per ritornare al rifugio. In discesa dalla paretina finale abbiamo utilizzato gli ancoraggi in loco per fare due calate in doppia da 30 m. Meteo inizialmente molto buono e poi variabile, e non ha creato nessun problema. Con le condizioni attuali, questa bellissima ascensione, è ancora fattibile (salvo nevicate) e se qualcuno vuole andare a farla….è il caso di approfittarne direi! Salita di grande soddisfazione, emozioni e grande entusiasmo per un semplice alpinista domenicale di basso profilo come il sottoscritto!! Semplicemente spettacolare, le cinque stelle totali non bastano per esprimere tutto il mio gradimento! Oltre a noi due, oggi 6 cordate in tutto sull’Aiguille de Rochefort, e solo una ha proseguito verso il Dome, mentre almeno 30 persone hanno salito il Dente del Gigante per la via normale.

Avevo un conticino in sospeso con l’Aiguille de Rochefort dal 2005, quando un pò per la nostra lentezza, per un peggioramento del tempo e per il rischio di perdere l’ultima corsa della funivia, ci eravamo fermati alla base della paretina rocciosa finale….ed era tempo di ritornarci e chiudere tale discorso. Dopo essermi informato e aver capito che era arrivato il momento giusto, siamo partiti alla volta della Rochefort! Due giornate speciali da ricordare a lungo, ci tenevo in particolare a questa salita e finalmente ho chiuso questo capitolo! In ottima compagnia di Filippo R. della Società Guide Finale, grande professionista e persona speciale, che saluto e ringrazio! Ci siamo trovati bene al Rifugio Torino, con la nuova gestione il rifugio è più confortevole e vivibile rispetto al passato.

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