Rocciamelone da Foresto

Rocciamelone da Foresto
La gita
rfausone
5 11/09/2010

Percorso ancora bagnato ed ormai assenza di neve sulla parte alta del percorso.
Ho aggiunto un paio di ometti al bivio tra i sentieri 559 e 560, poichè se distratti il bivio è poco visibile.

Fantastico!
Tre volte fantastico!
Già, proprio come ho scritto sul libro di vetta. Fantastico la prima volta per essere sulla cima di questa bella ed appariscente montagna che domina sulla Valle Susa in una giornata così bella. Fantastico la seconda volta per essere riuscito ad arrivarci da Foresto con oltre 3050 metri di dislivello ed infine per la terza volta per esserci arrivato in meno di 5 ore, cosa che non avrei mai immaginato prima di partire.
Giovedì scorso durante un semplice controllo dal dottore dopo la misura delle pressione come fa sempre, mi ha controllato i battiti e ha detto che si vedeva che ero ben allenato. Questo mi ha fatto venire in mente che forse era il momento giusto per tentare questa salita molto impegnativa dal punto di vista fisico. Le previsioni erano ottime, le temperature abbastanza fresche e gradevoli e la neve degli ultimi giorni probabilmente del tutto scomparsa, inoltre ero in buone condizioni fisiche. Venerdì ci ho pensato tutto il giorno e più ci pensavo e più mi caricavo a tal punto che alla sera probabilmente era come se avessi già fatto metà della salita. Sabato ho iniziato la salita dalla chiesa di Foresto verso le 6, quindi abbastanza presto ma non troppo, anche perché non avevo voglia di salire per troppo tempo da solo con il buio. Non per problemi particolari, ma semplicemente perché non mi andava.
Parto molto velocemente e senza titubanze su di un percorso, quello per il M. Molaras, che avevo effettuato l’inverno passato ed arrivo in breve nei pressi della vetta. Ormai è già albeggiato e proseguo con decisione trovando senza particolari difficoltà il bivio giusto per la prosecuzione verso l’Alpe Tour. Insomma, spinto dalla forza del pensiero sono già nei prati tra questo alpeggi e la Riposa da dove continua a partire gente. Proseguo agevolmente oltre fin quando avvicinandomi alla Ca’ d’Asti inizio a sentire un certo indolenzimento alle gambe, cosa sarà mai? Le gambe però continuano a spingere senza problemi e superando più di una cinquantina di persone arrivo in cima in 4 ore e 58 minuti. Veramente inimmaginabile!
Effettivamente la fatica è stata minore di quanto potevo pensare e ciò grazie alla testa, che oltre a non farmi patire fatiche particolari mi ha permesso di godermi con gioia e piacere tutta la salita. Faccio ovviamente un paio di minuti di stretching per le gambe subito a godermi un’ora di vetta. La temperatura è gradevole e non c’è quasi vento e la vetta è un piacere da assaporare a lungo. È ormai passato mezzogiorno quando inizio a scendere e torno molto velocemente alla Ca’ d’Asti, dove contatto Angela per indicarle le sensazioni della giornata. Riprendo e sempre velocemente torno alla Riposa facendo un ultimo tratto insieme ad una persona di Coazze. Alla fontana della Riposa sosto a parlare per più di mezz’ora con lui e la moglie e scopro poco prima di andare riprendere la discesa che avevamo fatto una salita insieme al Pic Ovest du Combeynot più di 17 anni fa. Mi ero aggregato ad una gita sociale del Cai di Coazze e mi erano rimasti impressi sia la velocità tenuta da tutto il gruppo che un bimbo portato a spalle dai genitori per tutta la gita. Erano loro! Questi sono i casi veramente strani della vita.
Dopo una breve sosta anche in rifugio, riprendo a scendere con un buon ritmo ma più lentamente e nei pressi dell’Alpe Tour vado a toccare la cima del Gran Bec che non risulta particolarmente panoramica. Continuo a scendere e nel punto dove all’andata incrociai i segni bianchi di una gara di corsa ed ingannato da un tronco messo a bloccare il sentiero di salita/discesa da Foresto, sbaglio percorso. Prima che riesco a capirlo con certezza ho già sceso più di cento metri di dislivello, ma cosa vuoi che siano oggi da risalire! Tornato sulla retta via riprendo a scendere e godendomi gli ultimi scorci sulla valle faccio ritorno all’auto, stanco ma molto meno di quanto potessi immaginare ed avendo trovato un po’ lungo solo nelle ultime centinaia di metri di dislivello del percorso. Insomma sono veramente contento e soddisfatto della giornata.

Un saluto alla coppia di Coazze.

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