Roc (il) Via Normale da Pont Valsavaranche

Salita effettuata dal Rifugio Chabod, dove Fausto ed io non eravamo mai stati, e rientro fatto dal Vittorio Emanuele, dando così alla gita una parvenza di traversata. Il Rifugio Chabod è molto bello ed anche il sentiero di salita è, secondo me, migliore di quello che porta al Vittorio Emanuele. Inoltre è in una posizione scenograficamente meravigliosa. E, seppure fosse sabato, non era particolarmente affollato. Anche al buio il sentiero/traccia che porta al ghiacciaio è quasi sempre molto bello ed ottimamente segnato. Ghiacciaio che si sta rapidamente scoprendo e che presenta numerosi crepacci, alcune di dimensioni ragguardevoli. Uno, particolarmente largo e profondo, si supera passando su un ponte decisamente inquietante che, francamente, non si sa quanto potrà ancora resistere. Comunque la traccia è molto evidente e sale con percorso elegante e spettacolare. Malgrado le temperature alte nella notte c’è stato un discreto rigelo e la progressione è stata comoda. Dallo Chabod saremo saliti in non più di 30/35 persone ma giunti sulla schiena d’asino abbiamo trovato il mondo. Il tratto finale per il Roc, sulla cui cima fortunatamente siamo saliti solo noi, presenta la terminale sotto la Finestra che inizia ad aprirsi e poi una brevissima ma abbastanza ripida e stretta crestina che conduce alle roccette. Da li si procede per pochi metri su roccia a gradoni relativamente solida. L’aerea cima è un ottimo punto di osservazione sulle moltitudini che si accalcano per arrivare alla madonnina del Granpa e, malgrado le nuvole abbiano coperto gran parte dell’arco alpino, spettacolare panorama sul versante Tribolazione e verso le montagne piemontesi. Discesa al Vittorio Emanuele veramente lunga e su neve che era ormai diventata poltiglia e nel tratto finale, per intenderci gli ultimi trecento metri di dislivello circa, veramente sgradevole. Beccato il solito temporale con pioggia a dieci minuti da Pont. Nessun segnale Wind su tutto il percorso. Con Fausto e Michele.